“Guillaume Guéraud è uno dei più originali ed amati scrittori francesi per ragazzi,” dice il retro di copertina e ci credo perché I tre funerali del mio cane è un libro breve, ben scritto, molto interessante e pieno di spunti di riflessione.
Si legge molto facilmente grazie alla verve in esso contenuta pur avendo un tema difficile, come suggerisce il titolo. Il tema della morte dell’amico cane viene affrontato con ingenuità infantile che porta inevitabilmente note di ironia e simpatia pur nel dolore dell’evento. L’occhio inoltre vola sulle parole perché il libro è graficamente progettato per essere di facile lettura per i dislessici ed è stato impaginato seguendo i criteri di alta leggibilità per rendere scorrevole la lettura.
La morte improvvisa del cane Babino, giovane boxer di 4 anni investito davanti al supermercato, lascia nel dolore la famiglia in cui viveva, in particolare i due bambini: Mila e Nemo. La storia del suo funerale e delle piccole avventure vissute prima della dipartita ce le racconta Nemo in prima persona, che con i suoi tre amici vicini di casa e con la sorella, decidono di fargli un funerale degno della sua esistenza e cercano il posto giusto per seppellirlo.
Decidono insieme di seguire questo rito e lo affrontano con coraggio e determinazione perché Babino era amico di tutti loro, anche se bucava i palloni del loro sport preferito: il calcio. Il tenero ricordo dell’ allegro carattere del cane li accumunerà e li porterà a svolgere un rito importante. Un passaggio, un distacco, un addio.
I ragazzini scavano addirittura faticosamente due buche per trovare il posto giusto per il loro amico cane, condividendo questa fatica e vivendo una giornata di lutto con i pensieri che ripercorreranno i momenti di vitalità vissuti con Babino, il suo carattere, le sue azioni.
Fino all’ultimo Nemo spererà che Babino possa, con l’esuberanza della sua giovane età, saltare fuori dal sacco dove è stato posto ma queste cose succedono solo nei film, come quando in Jurassic Park lo scienziato fa rivivere i dinosauri. Babino purtroppo resterà immobile. Però avrà persino una cassa con inciso il suo nome e la buca, una volta riempita non verrà comunque premuta troppo perché non si sa mai, dovesse risvegliarsi…
Il libro contiene la realtà che viene vista attraverso gli occhi dei bambini che parlano di tutto e le loro conversazioni sono disarmanti e tenere e scatenano il sorriso. Si parla di tante cose, in libertà: di Dio, quello dei cristiani, quello dei musulmani e quello dei cani, degli eroi dello sport e dei film, della pipì e della cacca, dei giochi nei prati fioriti e della pena di morte. I dialoghi sono irresisitibili e disarmanti e aiutano a capire quanto sia importante questo rito di distacco per compiere dei passi per accettare una cosa così grande e misteriosa: la morte.
I 5 amici affronteranno insieme il rito, a modo loro, basandosi sulle loro esperienze di criceti e nonni e faranno un funerale degno di questo nome al cane Babino, esuberante amico di tutti e alla fine porranno sulla tomba persino una targa scritta con il pennarello e senza troppi errori e ciascuno di loro dedicherà una poesia, un racconto, un ricordo scritto oltre al minuto di silenzio o forse due preliminare al rito, e i ricordi saranno commossi e intensi, e il funerale indimenticabile proprio come deve essere un funerale che racconta la vita di chi ha compiuto un percorso, è arrivato fin lì e soprattutto, abbiamo amato.
Manuela Tamietti
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