C’è un Malefico che vive nelle pagine e c’è un personaggio veramente ben scritto dalle pagine che dal Malefico è imprigionato. Il personaggio si chiama Marco Calibani, fa il ricercatore all’Università, fa il fidanzato di Marcella e con precisione fa girare nel verso giusto la propria vita. Il Malefico si chiama Marco Calibani, fa il ricercatore di video pomo, fa lo scopatore di Marcella e con precisione fa girare la propria vita attorno al sesso. Tutto il libro è la lotta dentro Marco Calibani, tra sé e il Malefico, ed è un combattimento senza regole, di mezzo c’è il godere, il ringhiare, il desiderare, il volere, il farlo e l’averlo.

Per Marco Calibani non c’è possibilità di scelta, il Malefico è indubbiamente il più forte, entra direttamente dalla porta principale, quella del desiderio, e inizia a chiedere sesso.

E così Marco Calibani ritaglia il tempo tra i suoi impegni, sceglie un video dalla sua lista perfettamente ordinata, ad esempio Gli orali di Gina Sbimana, sistema la salvietta sul divano per non sporcare, intanto che fa questo il Malefico urla, raglia e scalpita, se lo sente diventare sempre più lungo e duro, mette l’olio sulle mani, e il Malefico continua a urlare, si eccita, si tocca davanti allo schermo, davanti a due superfalli e un’ottima qualità delle immagini, gode, schizza, il Malefico scompare, Marco Calibani è stordito, forse sconfitto. Ecco, combattimenti di questo genere, insomma.

Il desiderio erotico tende alla ricerca della perfezione: è questa l’arma che più costringe a non smettere. Attraverso gli occhi, qualcosa acceca, striscia, chiede piano, all’inizio, poi incomincia ad alzare la voce, parla di sesso, aspetta di entrare, S come SO che lo vuoi, E come ESAUDISCI le mie preghiere, S come SONO l’amante, S come SCOPRITI, O come ti prego ORA, qualcosa grida il nome e chiede di più. In tutto questo la realtà diventa solo un inconveniente.

Un personaggio veramente ben scritto. Il libro è tutto lui, ma va bene così, è quasi un miracolo un buon personaggio, ultimamente. In più è un esordio. Se si pensa che l’erotomane è una delle maschere preferite dagli scrittori per i loro romanzi, e se poi si pensa che la Mamma, il Papà e il senso di colpa compaiono poco o quasi nulla in Marco Calibani, e ancora se si pensa che negli atti di sesso non ci sono descrizioni del genere la prese o entrò dentro di lei, allora è proprio un buon libro.

Durante la narrazione, affidata a Marco Calibani, ci sono alcune lettere scritte dalla fidanzata Marcella: non servono a spiegare la personalità del protagonista, anzi, parlano di altro. Il Malefico allora diventa ancora più potente, può passare inosservato, come le cose più pericolose.

C’è un Malefico che dorme al suo fianco, vuole, cara, che tu credi che dorma, guardalo, è dolce come uno sposo.

Per quanto riguarda lo stile, il paragone con Bret Easton Ellis è il più immediato, ma io preferisco trovare in Pallavicini qualcosa di Antonio Moresco (finalmente c’è un nuovo grande punto di riferimento, soprattutto per la costruzione dei personaggi grazie alla regolazione della visione): Marco Calibani è continuamente messo a fuoco, ma allo stesso tempo qualcosa resta fuori e deforma la lente.

Per quanto riguarda il sesso per fortuna non è il caso di stare a dire la differenza tra l’erotismo e la pornografia, o la differenza tra fare l’amore o scopare, oppure tra l’edonismo, l’onanismo e l’ebbrezza… per fortuna non l’ha voluto neanche dire Pallavicini. È interessante parlare di quanto desiderio di purezza ci sia nel Malefico e, anche se è il vincitore, di come esca dolorante per questo della lotta. Ma forse non è il caso qui adesso, meglio dopo, quando sarò solo tra me e il Malefico in me.

Andrea Mosconi

Il libro

Piersandro Pallavicini
Il mostro di Vigevano

peQuod, 1999
pp. 200, L. 22.000

Il libro attualmente è fuori catalogo ed è disponibile nella versione e-book edita nella collana Reloaded di Laurana