«Un giorno c’è la vita poi d’improvviso capita la morte». Nemmeno te ne accorgi e lei è lì, ti porta via le persone a cui vuoi bene, che nel tuo quotidiano sono diventate per te quasi eterne. All’improvviso riguardando indietro, in un passato come dimenticato, scopri memorie di cose mai viste né conosciute; scopri di vivere in un presente di cui nemmeno tu conosci il suo intrinseco significato, insieme a persone che sono volti privi d’identità: maschere, delle quali tuttavia senti un naturale bisogno. Un padre per un figlio è qualcosa di necessario, è un legame che nemmeno la morte può cancellare, un legame che può tramutarsi in un incessante bisogno di affetto.

L’affetto, l’amore di un padre assente già prima di morire. «Le persone più vicine a lui avevano imparato da un pezzo ad accettarne l’assenza considerandola il tratto più essenziale del suo essere». Quando muore il padre, scrive, il figlio diviene padre e figlio di se stesso. Guardando suo figlio (l’autore) si rivede nel volto del bambino. Immagina ciò che vede il bambino quando lo guarda, e si accorge di trasformarsi nel padre di se stesso. Inspiegabilmente la sensazione lo commuove: non soltanto la vista del bambino, e nemmeno di vivere in suo padre, ma quanto nel bambino rivede del suo passato scomparso. È forse nostalgia della sua vita ciò che sente, un ricordo dell’infanzia da figlio di suo padre.

Allora si ritrova a tremare di gioia e di sofferenza, se ciò è possibile, come se procedesse insieme avanti e indietro, nel futuro e nel passato. E ci sono momenti in cui tali sensazioni sono talmente forti che la sua vita non sembra più svolgersi nel presente.

Accostando frammenti spezzati di un’esistenza quasi inesistente Paul Auster descrive con sofferenza, ma anche in modo all’apparenza quasi freddo, la figura di suo padre. Egli non può non provare dei sentimenti verso di lui, anche se è morto, cercare di ricostruire un rapporto che non è mai esistito, che tuttavia supera la morte e la vince con la forza dell’amore e della memoria. Richiamando a sé piccoli cristalli frammentati di memoria sepolta nel fondo del suo animo, ricostruisce così il legame che lo unisce al padre ora presente più che mai e che come un filo invisibile lo lega ora a suo figlio.

Chiara D’Amore

In libreria

Paul Auster
L’invenzione della solitudine

Einaudi 2005
Traduzione di M. Bocchiola
185 p., brossura
€ 10,00
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