Chi ha lavorato un po’ all’università conosce bene il mondo delle pubblicazioni e dei convegni, delle scoperte segrete e delle gelosie tra colleghi. Tutto questo è raccontato in modo esilarante ne La chimica della bellezza, di Piersandro Pallavicini, professore universitario di chimica e scrittore. Dell’abilità dei chimici come scrittori ho già raccontato altre volte, adesso però voglio trasmettere anche a voi l’allegria e il divertimento che questo libro innesca.

La storia è quella di un tranquillo professore di chimica di un’università di provincia, la cui nomina è stata molto dibattuta, che viene invitato a un misterioso convegno da un professore ultracentenario e misterioso. Ovviamente l’invito suscita le solite rivalità tra colleghi, ma il professor Massimo Galbiati decide di accettare, e così si trova a guidare una vecchia Jaguar coupé (dell’anziano collega) fino a Locarno, dove si svolgerà il convegno, in compagnia del vecchio professore e del suo inseparabile bassotto irascibile.

All’arrivo al convegno, Massimo si trova davanti a numerosi premi Nobel e scopre che il convegno è di quelli di un certo peso, ma non è ovviamente immune dalle dinamiche tra scienziati gelosi e invidiosi di qualsiasi università. Scopre anche che il suo anziano accompagnatore, il professor de Raitner, è un luminare di un certo peso nel settore della chimica supramolecolare, nonché l’ospite d’onore del convegno.

Per scoprire il resto dovete leggere il libro, non sarò certo io a spoilerare motivazioni e contenuti del convegno misterioso. Sicuramente però posso dirvi che il romanzo è un quadro divertentissimo del mondo accademico scientifico, a cui sono affiancate situazioni esilaranti che derivano dalla posizione di Massimo nei confronti del professor de Raitner: chaffeur, accompagnatore, dog sitter o cosa altro? Ma è anche un racconto della storia della chimica del Novecento, di alcune scoperte importanti e degli sviluppi della scienza fino ad oggi. La finzione si interseca con nomi di scienziati illustri realmente vissuti e riuniti al convegno che è il centro del racconto.

Tra le righe di questa allegra vicenda però traspare l’amore dell’autore per la chimica (amore che per ovvie ragioni condivido), per le scoperte e le applicazioni di questa bellissima scienza. Ad avere il posto d’onore è la chimica supramolecolare, una branca della chimica molto studiata negli anni 90-2000 e poi trascurata e quasi abbandonata. E alla bellezza della chimica fa da contraltare la bellezza del paesaggio svizzero del lago Maggiore, che ha un ruolo importante nella vicenda.

Una commedia esilarante e paradossale: quando mai può capitare che un professore di fama mondiale inviti a un misterioso convegno un collega che non ha smanie di carriera e gli affida il suo gioiellino di macchina – e il cane? Una dichiarazione d’amore per la chimica e per la ricerca, in tutti i suoi aspetti. Un quadro divertente ma realista del mondo accademico e dei suoi rappresentanti.

Cos’altro? Leggetelo e lo scoprirete.

Silvia Barra