Nata nel 2011, SUR è una casa editrice indipendente che pubblica autori di oggi e classici contemporanei. Inizialmente era specializzata solo in letteratura latinoamericana, dal 2015 propone, con la collana BIG SUR, pubblica anche traduzioni di narrativa e saggistica dall’inglese. La collana Sur si propone di tracciare un ideale canone di letteratura contemporanea dall’America latina: gemme che arrivano dal passato accanto a romanzi e racconti di oggi, “che ci auguriamo diventino classici del futuro”, precisa l’editore Marco Cassini. “Con la collana BIG SUR squaderniamo la nostra mappa avventurandoci nella cultura angloamericana, con uno sguardo alla letteratura di ieri e di oggi, alla narrativa di genere, alle biografie e autobiografie di artisti, musicisti, cineasti”. Insieme a Cassini lavorano in redazione Chiara Gualandrini, Dario Matrone, Martina Testa e Giulia Zavagna. L’ufficio stampa è curato da Maria Galeano, mentre la parte commerciale è affidata a Stefano Santamato e la gestione a Paola Chiarbonello. Sur si avvale anche di altre collaborazioni: il progetto grafico è di Falcinelli&Co., mentre il blog Sotto il vulcano è curato da Chiara Gualandrini. Alla Scuola del libro lavorano Violetta Colonnelli, Federica Antonacci e Francesca Lenti.

Inizialmente eravate specializzati solo in letteratura latinoamericana, da fine 2015 proponete, con la collana BIG SUR, anche traduzioni di narrativa e saggistica dall’inglese. Contate di diversificare ulteriormente la vostra proposta?

Per il momento no. Individuare solo dieci titoli l’anno per ciascuna delle due collane ci fa essere già molto selettivi, d’altro canto data la struttura della casa editrice non potremmo aumentare il numero di pubblicazioni annue.

C’è un libro, un’opera, un’intuizione particolare che ha segnato in qualche modo il percorso della vostra casa editrice, facendovi capire che eravate sulla strada giusta?

Abbiamo pensato di essere sulla strada giusta di fronte al calore e l’entusiasmo con cui i lettori hanno accolto la ripubblicazione delle opere di grandi nomi della letteratura latina americana (Puig, Cortázar, Onetti).

Qual è l’elemento che vi distingue in un settore da tempo in difficoltà?

Sperando di non sembrare presuntuosi, diremmo la qualità del nostro lavoro. Ovviamente sotto alcuni aspetti la qualità è un criterio piuttosto soggettivo, pensiamo per esempio alla “qualità letteraria” dei libri che scegliamo di pubblicare, la quale, essendo affine al gusto, è forse un elemento sfuggente e di difficile individuazione. Mentre la qualità del risultato di diverse fasi del lavoro sul libro (come traduzione, revisione, cura del testo e degli apparati, al modo di comunicare, ai materiali scelti, ecc.) sono frutto di lunga esperienza e di un meticoloso processo che ha alla sua origine una adesione quasi religiosa a criteri qualitativi che ci fanno puntare (non è detto che la raggiungiamo sempre, ovviamente) all’eccellenza.

Perché investire ancora in un settore in difficoltà come l’editoria?

Crediamo che la nostra perseveranza, date le condizioni non particolarmente favorevoli del settore, sia dovuta a una visione politica, etica, culturale, emotiva e non da ultimo anche imprenditoriale del lavoro editoriale che ci fa semplicemente credere di non poter fare altro che questo mestiere.

Cosa vuol dire essere un editore indipendente e cosa pensate dell’editoria a pagamento. Con il tempo può diventare un “male necessario”?

Il concetto di indipendenza ha una sua definizione tecnica, semplicemente riassumibile in determinati confini. Semplificando: non essere parte di un gruppo che possiede anche catene librarie e società di distribuzione editoriale, a cui si aggiunge una valutazione più eterea che ha a che fare con l’indipendenza di pensiero, morale e politica. L’editoria a pagamento è un male niente affatto necessario.

SUR cosa sceglie tra carta e digitale?

Siamo assolutamente convinti che una convivenza sia possibile. E i fatti degli ultimi anni lo dimostrano. Con l’avvento dell’ebook si credeva che il digitale avrebbe completamente assorbito il cartaceo, provocandone l’estinzione. In realtà la storia è andata diversamente. Attualmente il mercato ebook rappresenta circa il 5% del totale e, anche se in crescita, si è assestato su posizioni nettamente minoritarie rispetto al cartaceo. Anche per Sur l’ebook rappresenta il 4,5% del fatturato dell’editore, e riteniamo che sia un canale di vendita necessario e per nulla ‘pericoloso’, perché poco concorrenziale rispetto al libro di carta, anzi, spesso un formato tira l’altro.

Vendere libri è sempre più complicato, e non solo per un problema di prezzo. Le librerie sono piene di libri che nessuno comprerà, magari anche perché se ne ignora l’esistenza. SUR come promuove la sua attività e i libri dei suoi autori?

Per rispondere in maniera esaustiva avremmo bisogno di un libro intero. Prima di tutto riteniamo che il prezzo del libro non sia un problema, sono piuttosto gli sconti selvaggi che spesso drogano il mercato, andando a minare le basi della sua sostenibilità. SUR è una casa editrice indipendente, con una linea editoriale di qualità e ben precisa, e già questa è una maniera intelligente di posizionarsi sul mercato. L’attenzione e il rispetto che i librai ci hanno riservato è stato da subito importante, e in questi anni abbiamo continuato a lavorare in forte sinergia con le librerie, che riteniamo anello fondamentale del sistema. Alla promozione diretta della casa editrice, negli ultimi anni si è aggiunto il lavoro della nostra rete vendita e di una distribuzione nazionale che ci ha permesso di essere presenti anche nelle principali catene.

È sufficiente per resistere e provare a crescere?

Solo questo non basta. Un editore indipendente ha il compito di accompagnare la vita di ogni titolo anche e soprattutto dopo l’uscita in libreria. Per questo chi lavora nel commerciale e nella comunicazione in casa editrice è sempre impegnato a coltivare possibili occasioni di incontro e dialogo sui nostri libri. Presentazioni, gruppi di lettura, partecipazione a fiere, rassegne, festival, racconto continuo di quello che facciamo, le nostre idee, i nostri progetti, sono operazioni necessarie e fondamentali per operare in un mercato molto piccolo e con una concorrenza molto agguerrita.

Qual è la sfida per i prossimi anni?

Avendo in questi anni cambiato già diverse volte, prima con l’arrivo di nuovi soci, poi con l’inaugurazione di una nuova collana, siamo ora in una fase di assestamento. Per il momento vogliamo continuare sulla nostra strada costruendo un catalogo credibile e serio, che è il primo obiettivo di un editore di cultura. Abbiamo poco più di cento titoli, non tutti certo reperibili con facilità ma idealmente nessuno è “scaduto” o invecchiato, per cui sentiamo il bisogno di selezionare altri titoli, con la nostra cadenza di una ventina l’anno, per costruire un catalogo più ampio consolidando il valore di ogni singolo libro pubblicato fin qui. È già un’impresa quasi eroica, un impegno serio per gli anni a venire.

Intervista a cura di Marco Grasso

L’intervista precedente di Marco Grasso:
#ED17 LiberAria, la casa editrice pugliese nata due volte
Catalogo delle case editrici indipendenti (versione 2.0)

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Ultima fermata: questa città
11. Per una lira
La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead
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