Livio è sposato felicemente. Laura, sua moglie, è bella e rassicurante e odora di affidabilità. Martina, sua figlia, è una bimba arguta e frizzante che attraversa il libro in lungo e in largo come un piccolo sole. Livio, in un qualsiasi giorno della sua vita, normale e solida di abitudini, si innamora di Dorina. Succede per strada, così, improvvisamente, tra le mattonelle sconnesse del marciapiede. «E dire che le loro vite, a passarci davanti, potevano andare. Fatte di lavoro, di mutui, case, mobili, libri, quadri, vestiti e tutte le cose che messe insieme diventano le persone.»
La donna di scorta è la storia di un tradimento: banale, vero? Trito e ritrito. E invece no. La donna di scorta di de Silva è un libro insurrezionale. Subito ci colpisce il tono della sua scrittura che nasce dal modo straordinario di atteggiare la mente. Insorge contro la falsità e i luoghi comuni a favore delle «cose chiamate con il loro nome». Il suo stile è chiaro e leggero, mai inoffensivo ma impietoso. La sua scrittura mette in scena lo scorrere della vita, ne è la mimesi. Come la vita essa cammina, poi si intoppa e allora si arricchisce di incisi e parentesi, parla e non si ascolta, si chiede e non si risponde, fa strane associazioni, dice bugie, si inquieta poi si sbugiarda… In questo modo De Silva ci offre l’opportunità di abitare nella storia, di vedere non visti, di essere «da qua a là con i personaggi». Li conosciamo. Udiamo rumori di sedie trascinate, respiriamo fragranze di corpi e di lenzuola, vediamo occhi sgomenti che chiedono aiuto, sentiamo indolenze e ipocrisie, mastichiamo pomodori e bocconcini. Io ho desiderato sedere nella cucina di Dorina e respirare la sua normalità e affondare un dito nelle sue braccia «ancora tenere di sonno». Insurrezionale è la figura di Dorina. «Standole vicino si aveva l’impressione che non le importasse possedere. Che un momento dopo aver trovato la felicità non smaniasse come tutti per tenersela». Dorina è l’amante, secondo il significato etimologico della parola: colei che ama. Di lei sappiamo poco: ha un’agenzia di traduzioni e ricerche bibliografiche, ha i capelli rossi che le si impigliano nella maglia, pasticcia con la maionese, forse i suoi occhi parlano di un dolore. Dorina ama senza condizioni, non chiede, ha bisogno di dare, le è necessario. Dorina sgomenta e indispettisce Livio, sobriamente meschino e ipocrita. «Era stato spinto dalla sua unicità, ma nel profondo di sé avrebbe voluto scoprire che era una donna come tante». Dorina è l’amante ideale perché cammina in punta di piedi e ama a viso aperto. «Perché non soffriva? Possibile che non le importasse che avesse una moglie, una figlia, un’altra vita che le faceva concorrenza?» A Livio «sembrava quasi una mancanza di rispetto». Insurrezionale è, dunque, il rovesciamento dei ruoli e il momento epifanico in cui comprende di essere lui l’amante.
La donna di scorta è un romanzo corale perché udiamo la voce interiore di tutti i personaggi e, attoniti e disorientati, non sappiamo per chi parteggiare. Se è vero che De Silva non condanna e non assolve, pure salgono dalle sue pagine, come vapori, parole di monito contro i pensieri e i sentimenti scadenti. Siamo invitati a portare il bagaglio delle contraddizioni, meschinità, menzogne, egoismi, insofferenze, poco amore, consapevolmente, riconoscendoli e non mistificandoli. Siamo invitati a smascherare gli alibi con cui nutriamo le nostre certezze dalle gambe molli. È questo il messaggio che trasuda dall’analisi del tradimento. Ciò è tanto più vero quanto più ci sentiamo assediati da letteratura di plastica, da pagine scritte solo di testa, infeconde gare di virtuosismi che ci sbattono nell’angolo più angusto del mondo. Quando, invece, ci capita di leggere un libro bello e onesto, in cui l’autore investe cuore e pensieri, il cui obiettivo è la ricerca del vero, noi ce ne accorgiamo subito. Apriamo i polmoni e siamo capaci di un respiro pieno. Tutto ci sembra chiaro e illuminato; anche le ombre, quelle vere, le vediamo meglio, non abbiamo paura perché le cose oneste, che chiedono verità, non generano in noi nessuna confusione. Ci sentiamo più vitali: abbastanza forti, finalmente, per accogliere o rifiutare, perché stiamo riguadagnando noi stessi. E non vogliamo più farci imbrogliare. La donna di scorta di Diego De Silva è un libro da leggere perché è generoso: dà emozioni.
Lucia Scarpa
In libreria
Diego De Silva
La donna di scorta
Einaudi, 2014
Collana: Einaudi tascabili. Scrittori
148 p., brossura
€ 10,00
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