Negli anni ho capito cosa prediligo leggere e il libro di Caterina Perali Le affacciate, edito da Neo Edizioni, rientra in questa mia personalissima categoria: romanzo breve, scrittura incisiva, pungente a tratti nervosa, personaggi ben definiti e tante frasi da sottolineare rigorosamente a penna, senza il minimo ripensamento.

La storia di per sé è molto semplice, la protagonista, Nina, è una freelance precaria in una Milano sempre troppo di corsa, che a un certo punto si ritrova senza lavoro dopo anni di impegno totalizzante presso la sua azienda.

Dopo questo brusco cambiamento, la nostra protagonista decide da ripartire proprio da casa sua, dalle travi del suo soffitto fino ai vicini di ringhiera che a malapena avrà incrociato distrattamente e di corsa negli anni della sua frenetica vita lavorativa.

“Sono perfettamente riposata, consapevolmente depressa e lucidamente apatica”

Da questo suo nuovo percorso Nina accetta un invito a cena dalla sua vicina Adele – la sobria eleganza è l’uniforme della sua rassegnazione alla vita – nel quale saranno presenti altre due vicine, Svetlana e Teresita denominate rispettivamente la smilza, la forzuta e la leopardata. Sarà proprio questo inaspettato invito e il racconto delle vite di queste tre donne a dare nuova linfa vitale alla giovane Nina.

Altro aspetto importante di questo romanzo è sicuramente il piglio ironico, a tratti cinico, della giovane protagonista, il suo modo di raccontare il brusco cambiamento nella sua vita mi ha fatto sorridere più di una volta e in fondo almeno una volta nella vita, Nina lo siamo state tutte. Dover rimettere in discussione tutta la nostra vita, ricominciare da zero , non dare mai nulla per scontato, guardarci dentro e non piacersi poi così tanto. Ecco Nina è tutto questo.

“Chiudere gli occhi, respirare, ricominciare a vedere i dettagli”

Le affacciate è un romanzo che parla della precarietà, non solo lavorativa ma altresì emotiva e soprattutto relazionale.

Siamo tutti fragili di fronte agli scherzi che il futuro ci riserva.

Anche Nina, prima stakanovista in puro stile meneghino e poco dopo apatica per la perdita del lavoro, che si ritrova inerme nel letto a contare i tasselli delle travi del suo soffitto. Una donna colta, caparbia e sagace in balia, tutto ad un tratto, della sua insicurezza.

Viviamo senza vedere davvero quello che ci gravita attorno. E Nina questo lo capisce solo dopo aver perso la sua routine lavorativa che in fondo è il suo più grande traguardo personale.

I suoi legami affettivi si limitano a lunghe chat con una sua amica, talmente superficiali e a volte sconclusionate che stridono con la sua personalità profonda e per nulla frivola.

Nina è un personaggio che rimane nel cuore, la sua fragilità che si trasforma in consapevolezza e che forse con il tempo potrà diventare la sua vera forza.

Alessia Zavatti Gazzillo

Per approfondire la conoscenza di Neo Edizioni, leggi l’intervista di Marco Grasso