E pensavo non mi piacesse fino a quando non ho attraversato l’ultima pagina e mi sono trovato senza materia. Allora mi sono sentito derubato, poi lentamente distaccato a forza e infine spaesato, completamente spaesato.

Ma dal fondo, in un tempo mio come sarà vostro, le pieghe delle emozioni ad acquerello di questo libro sono risalite in superficie, l’hanno occupata e quindi definitivamente ricoperta di barlumi abbacinanti.

Per quante vite è un libro che ti porta con sé come tu sei abituato a portare i tuoi denti (che speri non ti facciano male, che speri non cadano, che puoi ricoprire o curare…), senza che te ne renda conto è in te e per te.

Non sono ancora sicuro di potere dire; è un bellissimo libro. Però sono già trascorsi giorni e lo sento crescere, lo sento piacermi e servirmi, sedimentare e dissolversi.

Tra quello che scrive Marosia Castaldi non c’è nessuna frase memorabile, non c’è nulla di centrale ma tutto è «abbastanza prossimo», tanto da lasciare segni incancellabili tra le parole che ricadono inaspettate come echi di corvi gialli. E c’è un suono candidamente livido e acidamente armonioso che scorre limpido all’interno di spari che si contraggono e si espandono; dove, non saprei dire.

Credo che, tra quello che si può leggere in tali tempi difficili, queste siano parole da assumere a boccate, senza avidità e senza aspettative, lasciando andare il respiro alle pause naturali.

Vorrei poter dire che c’è stato un momento in cui… c’è stato un personaggio che… una parola… ma mi rendo conto invece dell’incredibile voce unica di ogni aspetto, di ogni detto e non detto. Perché non troverete tra le pagine una storia e quando vi sembrerà di trovare, la rifrazione delle parole, vi sposterà quel poco sufficiente a ricominciare da un nuovo punto una storia che sta sopra o sotto o di fianco o di lato, «il paravento è tutto e niente e, dato che non si può passarci sopra né sotto né a fianco né di lato, è a me come la mia vita che non posso passarci sopra né sopra né sotto né a fianco né di lato. Mi limito a starci a fianco di lato. Abbastanza prossima.»

Così, con mie parole che non mi appartengono, mi limito a indicarvi qualcosa da leggere per leggere, che ha per punti focali una donna con una figlia di carne e una di polvere, un paravento, una strada e un libro infinito, e per mezzo una delle voci più lontane da ciò che può ancora oggi chiamarsi narrazione, allo stesso tempo però una delle voci più vicine a quella che è l’essenza dello scrivere.

Non so cosa sia, ma la sento.

Simone Battig

Il libro

Marosia Castaldi
Per quante vite

Feltrinelli, 1999
Collana: I narratori
160 p., brossura

Il libro attualmente è fuori catalogo