Numero 16 | Gennaio-Febbraio 1999

NOTEBOOK

I keep trying to figure out what it means / to be
american. When I look myself / I see arabia, venus,
nineteenth-century / french but I can’t recognize what
/ make me american. I think about / Robert Frank’s
photograph – broke down / jukeboxes in gallup, new
mexico … I swaying hips and spurs … ponytails and /
syphilitic cowpokes. I think about a red, white and blue
rag / wrap around / my pillow. / Maybe it’s nothing
material / maybe it’s just being free.

Freedom is a waterfall, is pacing / linolem till dawn, is
the right to / write the wrong word, and I done / plenty
of that …

april 1971

TACCUINO

Tento ancora di decidere cosa vuol dire / essere americana.
Guardandomi dentro / vedo l’arabia, venere, un
francese / dell’ottocento, ma non ritrovo quello / che
mi fa americana. Penso / alle foto di Robert Franks – i
juke box / guasti a gallup, new mexico … / sobbalzare di
anche e speroni … code di cavallo e / mandriani sifilitici.
Penso a uno straccio / blu rosso e bianco in cui avvolgo
il mio cuscino. Forse non è una cosa concreta / forse è
solo essere liberi.

Libertà è una cascata, è avanti indietro / sul linoleum
fino all’alba, è il diritto di / scrivere le parole sbagliate,
e cose simili / io ne ho forse a sazietà …

aprile 1971

Sesso, droga e rock’n roll?

No, gli anni Settanta non sono stati questo, non solo, almeno… ma non è semplice darne una definizione, anzi è meglio proprio non provarci, lasciando parlare, a proposito di quei giorni, i veri protagonisti…

I settanta sono stati un tempo che sanguinava in altro tempo. Un tempo che noi aggredivamo – sfumando ed espandendo i perimetri dell’amore, della coscienza e del rimorso… un tempo in cui tutti i miei amici erano vivi… I settanta come un grande film nel quale ho avuto una parte. Una parte minore, certo. Ma comunque una parte che non reciterò mai più. Una parte che Patti Smith ha recitato fino in fondo, con abbandono, coraggio e desiderio di essere sempre se stessa, sempre diversa, cercando sempre di essere santa in qualsiasi forma, rosa fantastica crudele diversa da tutto, imparando da tutte le esperienze vissute senza sconto, nel bene e nel male. E il libro è proprio questo, spesso crudo irriverente… ma scritto con la passione del cuore.

Con la passione del cuore bisogna anche leggerlo, questo libro, senza giudicare: piuttosto lasciando spazio alle sue dense espressioni, assaporandone il suono e le immagini, regalandosi, se possibile, come sottofondo alla lettura ed agli innumerevoli pensieri, che essa sa suscitare, la voce irriverente, stupita, graffiante di Patti Smith, che canta Space monkey o Privilege, Godspeed o Because the night (scritta insieme a Bruce Springsteen).

Il sogno di Rimbaud è una raccolta preziosa di poesie, brani di canzoni, annotazioni di viaggio, riflessioni scritte in momenti ispirati: dal dolore, dalla ribellione, dalla bellezza della natura, dell’arte; ispirati dagli artisti di tutti i tempi che la poetessa sentiva a lei più affini: Jim Morrison, Jackson Pollock, Brancusi, Pasolini, Michelangelo, Rimbaud. È un libro che affronta i grandi temi della vita e della morte, della malattia, della guerra, dell’amore, di dio, della libertà e dell’arte, vissuta come sacrificio, perché l’artista è benedetto dalla dannazione di un travaglio incessante… perché l’arte è lavoro. Lavoro è atto cosciente. Arte è un atto cosciente che impone di imbrigliare la subconscia, nucleare energia e la disciplina dello spirito.

La sua prosa e le sue poesie sembrano film creati da fotogrammi sparsi e poi, a caso, riaccostati, per mantenere intatta l’idea di fondo, lo spirito del momento, ma non il tempo, non lo spazio, in una ricerca di immediatezza, di puro presente, di chiarezza formale ed espressiva.

Stream of consciousness, ermetico e vivo, dei suoi pensieri, della sua immaginazione tanto densa che devo sfrondarla con il machete, che si snoda per associazioni, flash back, sussurri ed urla, a volte mistici, altre volte allucinati, trasportandoci pian piano nel suo mondo.

Non è realtà e non è sogno, è questo e quello, è bontà, e desiderio di tentare la via del male, per poi poter rinascere, per giungere davvero alla verità… ognuno alla propria verità… ognuno alla propria verità, perché sei morto per i peccati d’altri, non per i miei

Loredana Minasso

Il libro

Il sogno di Rimbaud di Patti SmithPatti Smith
Il sogno di Rimbaud. Poesie e prose 1970-1979
Einaudi, 1996
Collana: I coralli
Traduzione di M. Bocchiola
185 p., rilegato

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