Numero 20 | Maggio 1999

«The West Marin Water Company repairman kicked among the rocks and leaves, finding the pipe and the break in it»: è questo l’incipit di The Man Whose Teeth Were All Exactly Alike, il romanzo di Philip Dick che ho appena tradotto e che sta per essere pubblicato da Fanucci Editore. Scritta nel 1960, l’opera è una delle avventure mainstream tentate più volte da Dick per sottrarsi all’etichetta di autore di fantascienza, ma anche in questo caso il romanzo viene rifiutato dell’editore, ed è apparso negli Stati Uniti solo nel 1984, due anni dopo la morte dello scrittore.

La mia impressione generale è quella di un libro interessante anche se non privo di difetti: la prima parte, che è essenzialmente il racconto di una serie di crisi coniugali e di problematici rapporti interpersonali tra i protagonisti maschili della storia, soffre di una certa lentezza, come se la mancanza dell’idea fantastica, cioè del consueto centro motore delle opere dickiane, avesse frenato il progredire del plot. È comunque notevole il ritratto della piccola comunità di Carquinez, una cittadina tra le montagne della California, con le sue tensioni interne e un nient’affatto velato retroterra di razzismo. Il libro si anima decisamente nelle seconda metà, quando il ritrovamento di un presunto teschio di Neanderthal mette in moto una serie di reazioni a catena e porta a una scoperta (che qui non svelerò per non togliere il piacere della lettura) che ci riconduce al classico tema della mutazione umana. Notevolissimo in questa parte è l’evolvere delle psicologie dei personaggi: c’è chi da vittima diventa aguzzino, e viceversa, e gli inferni coniugali svelano volti molto diversi da quelli ritratti all’inizio.

Paradossalmente, ma forse poi no, ho avuto con questa traduzione difficoltà maggiori rispetto al consueto: avendo tradotto, dal 1970 a oggi, vari romanzi e racconti di Dick, ho una pratica non indifferente del suo stile, che ho ritrovato qui nelle forme che mi sono note; ma l’immersione in un universo realistico, con una lingua e un vocabolario molto concretamente legati alla realtà del quotidiano, mi ha non di rado bloccato nelle scelte dei singoli termini, costringendomi talora a variegate ricerche per individuare gli esatti corrispettivi italiani. Non che si tratti di un romanzo dalla lingua particolarmente complessa, o difficile, o oscura, anzi, tutto è molto chiaro e perfettamente comprensibile. Il mio atroce sospetto è che un trentennio dedicato a tradurre testi fantascientifici mi abbia portato ad avere un’ottica un po’ deviante: datemi invenzioni linguistiche legate a una tecnologia oggi inesistente, e ci sguazzo con piacere, mettetemi davanti a un comunissimo fornello da cucina, e finisco nei guai!

Dura la vita del traduttor cortese…

Vittorio Curtoni

In libreria

L'uomo dai denti tutti uguali di Philip K. DickPhilip K. Dick
L’uomo dai denti tutti uguali
Fanucci, 2016
Collana: Numeri Uno
Traduzione di V. Curtoni
202 p., brossura
€ 15,00

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