Dimensione Kyiv (BUR – Rizzoli, 2023) non è una semplice antologia di testi in prosa e in poesia di autori ucraini e russi appartenenti a varie epoche, costituisce piuttosto un vero e proprio modo di rappresentare Kyiv quale città culturale europea e indipendente, con le proprie peculiarità e soprattutto con un proprio spirito profondo e radicato. Si tratta pertanto di un volume insolito, ma altamente significativo nel panorama editoriale italiano odierno. Per molti ucraini abituati come sono, dai drammatici eventi inaugurati nel febbraio del 2022 (e precedentemente nel 2014), a far sentire la propria voce denunciando le brutalità dell’invasione russa, non rappresenta una novità. Sono ormai quasi due anni che gli ucraini lottano per la sopravvivenza culturale e politica. Per tanti italiani, invece, il volume potrebbe essere un’occasione imperdibile e preziosa per considerare l’Ucraina sotto una luce differente: non più come una costola della Russia nell’ottica colonialista imposta dal Cremlino, ma una realtà differente, dotata di proprie specificità. L’indipendenza dell’Ucraina sul piano politico, del resto, era stata già sancita nel 1991, ma è probabile che gli occidentali abbiano considerato il processo di sfaldamento dell’URSS in maniera preconcetta, eccessivamente sbilanciata verso il sentimento russo, protendendo poco o quasi per nulla verso le istanze degli oppressi, sia in età zarista sia in era sovietica. Un fatto insolito, se ci pensiamo, considerando che in Russia non è mai mancata una letteratura in aperto dissenso nei confronti del potere, con conseguenze talvolta tragiche per alcuni autori. Nel leggere Dimensione Kyiv ci si accorge che i problemi culturali riguardanti l’Ucraina, e mal dibattuti sui nostri media convenzionali, non nascono oggi e hanno radici ben più profonde. Sono tante le figure oscurate da una visione imperialista, sovietica e putiniana, ma in questi decenni che hanno preceduto il 24 febbraio 2022 è mancato l’interesse e il desiderio di indagare sulle ragioni profonde di una rottura insanabile.

Nell’intervista che segue abbiamo dialogato con Yaryna Grusha, curatrice di Dimensione Kyiv. Scrittrice, pubblicista e traduttrice, insegna Lingua e Letteratura ucraina all’UNIMI e all’UNIBO. Insieme ad Alessandro Achilli nel 2022 ha pubblicato Poeti d’Ucraina per Mondadori. Dal 2022 cura il quotidiano in lingua ucraina Slava Evropi de Linkiesta. Per Linkiesta Books ha tradotto Donbas è Ucraina di Kateryna Zarembo.

Prima di entrare nel vivo di Dimensione Kyiv, potresti raccontarci qualcosa di te? Riteniamo che questo sia importante per i nostri lettori. Come ti sei ritrovata in Italia e com’è stata la tua esperienza non solo da ucraina nel nostro Paese, ma da docente e operatrice culturale prima del 24 febbraio 2022?

Mi sono trasferita in Italia nel 2015, dopo aver lavorato nel settore di cultura in Ucraina per cinque anni. Da quando mi sono trovata in Italia mi sono scontrata con le difficoltà di promuovere il prodotto culturale ucraino. Delle traduzioni dei testi ucraini se ne occupavano singolari case editrici e anche le presentazioni e gli incontri con i letterati ucraini erano una rarità. Insegno all’Unimi dal 2018, io e la Professoressa Maria Grazia Bartolini abbiamo attirato l’attenzione sul Corso di Ucraino avendo in media una decina di studenti per corso e due-tre tesi in ucrainistica all’anno. Il lavoro andava avanti ma molto a rilento e con tutte le particolarità del mercato. Non potevamo competere con la russistica e con i fondi che aveva a disposizione. 

Come nasce Dimensione Kyiv? Potresti raccontare ai lettori di exlibris20 la vicenda editoriale che ha portato alla pubblicazione dell’antologia?

Nei primi giorni dopo l’invasione della Russia in Ucraina su vasta scala, ho ricevuto una mail da parte di BUR-Rizzoli con la proposta di pensare ad una raccolta dei testi che parlassero della capitale ucraina Kyiv. Ho cominciato a lavorare sull’idea perché non volevo limitarmi alla solita raccolta di testi ma strutturarli in maniera che corrispondessero allo spirito di Kyiv, alla sua geografia e alla sua storia. Così, leggendo il vario materiale, mi era venuto in mente di posizionare i testi seguendo la disposizione geografica della capitale ucraina dal basso verso l’alto. Il lavoro sull’antologia era accompagnato dalle notizie che arrivavano da Kyiv, dall’assedio fino al ripiegare delle truppe russe dal Nord dell’Ucraina, dal mio viaggio nell’estate 2022 allo sprofondare di Kyiv nel buio dopo i continui bombardamenti nell’autunno dello stesso anno.  

Dimensione Kyiv, così come viene chiarito nelle pagine introduttive, non raccoglie solo scritti di autori ucraini. Vi sono presenti anche celebri scrittori e poeti presenti nel canone letterario della letteratura russa, pensiamo a Nikolaj Gogol’ o ad Anna Achmatova. Come convivono letteratura russa e ucraina in un momento così drammatico per la storia del tuo Paese e dell’Europa?

Personalmente, sono per dare un maggiore spazio alla cultura ucraina piuttosto che a quella russa, a qualsiasi livello, a cominciare dalle pubblicazioni fino agli incontri pubblici perché la cultura ucraina è stata oscurata, in certi casi repressa, per troppo tempo da quella russa. È importante dare oggi spazio alla voce che per ragioni storiche e coloniali ha avuto minore visibilità. Bisogna parlare della cultura russa, ma solo ripensandola e ristudiandola in chiave decoloniale: una giusta lettura è mancata anche per spiegare come siamo arrivati a un punto in cui la cultura russa è diventata uno strumento di terrore. Pensiamo soltanto alla russificazione forzata dei territori ucraini occupati dai russi come Mariupol. I testi che ho inserito nella mia guida letteraria propongono una lettura diversa, decoloniale: solo in questo modo possiamo parlare della letteratura russa. Kyiv è stata ed è una città multiculturale e mi dispiace di non aver avuto il tempo necessario di inserire anche i testi polacchi. 

Il rammarico di non essere riuscita a inserire testi polacchi, ma anche dei contributi provenienti dalla cultura ebraica, emerge chiaramente anche nell’introduzione al volume. Potresti citare dei casi, magari presenti anche nel mercato italiano?

Per la letteratura polacca, Jarosław Iwaszkiewicz: per la letteratura ebraica Sholem Aleichem.

L’antologia è divisa in diverse sezioni che prendono i nomi delle zone più importanti della città di Kyiv: Podil, Salita Andrijvs’kyj, Centro, Via Instytuts’ka, Pečersk. Fatta eccezione per l’ultima e drammatica parte, la testimonianza riportata dal diario di Olena Styazhkina durante i primi mesi in cui la Russia ha tentato di rovesciare il governo ucraino, si ha l’impressione di avere tra le mani una preziosa guida storico-letteraria di Kyiv. Emerge, inoltre, il desiderio di mostrare la Capitale ucraina finalmente indipendente sul piano culturale attraverso delle caratteristiche che vanno collocate al di fuori di certi paradigmi letterari. La lente occidentale per oltre un secolo nei riguardi dell’Ucraina è stata chiaramente condizionata dall’egemonia della Russia imperiale prima e dell’URSS successivamente, anche se la definizione di Occidente va rivista a seconda dei periodi storici. Tuttavia, nel tentativo di imporre un cambio di direzione, in Dimensione Kyiv non mancano dei momenti coraggiosi che sottoponi all’attenzione dei lettori: penso alla visione dell’Ucraina intesa da Michail Bulgakov, aderente a un’ottica imperialista, opposta a quella di Lejsa Ukrajinka, espressione genuina di uno spirito autoctono. Dalle lettere di quest’ultima emerge una certa consapevolezza circa la condizione ucraina già a partire dalla fine dell’Ottocento. Lejsa Ukrajinka, insieme a Taras Ševčenko, è stata probabilmente una delle voci letterarie più importanti nel vostro Paese, capace di rappresentare anche lo spirito profondo delle popolazioni che oggi abitano l’Ucraina. Credo che valga la pena spendersi per la sua figura. Quanti sforzi si stanno facendo per diffondere la sua opera anche in Italia?

In questo momento sto lavorando alla traduzione dell’opera più celebre di Lesja Ukrajinka Lisova pisnjaIl canto della foresta per Mondadori con la stessa squadra che ha portato alla pubblicazione di Poeti dʼUcraina. Il volume uscirà verso la primavera del 2024. 

Anche in Dimensione Kyiv, così come era stato fatto nell’antologia Poeti d’Ucraina (Mondadori), si scommette sull’attualità e la letteratura testimoniale, attraverso le drammatiche pagine scritte da Olena Styazhkina, tratte da Diario di Kyijv. Potresti parlarci di questa voce e della sua opera letteraria in patria e perché si è preferito il suo contributo rispetto ad altri?

Seguo l’opera di Olena Styazhkina dal 2014 e ne ammiro profondamente lo stile e il talento. Ci ha presentati la nostra amica Victoria Amelina, la scrittrice uccisa in un attacco missilistico russo contro i civili a Kramatorsk nel giugno del 2023. Avevo letto qualche pezzo del diario di Styazhkina che lei ha pubblicato su Deutsche Welle dai giorni dall’invasione su larga scala. Ne sono rimasta folgorata e per questo le ho chiesto di condividere con noi le pagine che parlano proprio di Kyiv. Olena è originaria di Donetsk, è scappata durante la prima invasione russa nel 2014, ma dalla seconda in poi non ha più avuto la voglia di fuggire e ha affrontato l’assedio di Kyiv in città. La sua opera sia letteraria e di ricerca merita più attenzione e spero che possa ottenerla presto. 

Non possiamo fare a meno di notare l’importanza delle donne nella letteratura ucraina. Approfittando della tua esperienza e dell’interesse per tutte le opere in lingua ucraina tradotte in italiano, potresti dare dei consigli di lettura coniugando consapevolezza femminile e spirito ucraino?

Per ora sono poco tradotte, ma ci stiamo lavorando. Potrei consigliare Negli occhi di Lei un’antologia di prosa femminile ucraina tradotta dal collega Lorenzo Pompeo e, oltre a Poeti d’Ucraina, le poesie di Oksana Stomina tradotte da Marina Sorina. 

A proposito di Victoria Amelina, che hai citato precedentemente, avremo mai la possibilità di leggere le sue opere in Italia?

Alcune case editrici avevano espresso l’interesse ma al momento, per quel che mi riguarda, non c’è niente di concreto se parliamo di prosa. I suo saggi sono tradotti e pubblicati da Linkiesta.it; alcune poesie, invece, sono in Poeti d’Ucraina, sulla mia pagina Facebook o quella in quella di Marina Sorina.

Intervista a Yaryna Grusha a cura di Federico Preziosi