«Clonarono un metro quadrato di pelle, facendola crescere su lastre di collagene e polisaccaridi di cartilagine di squalo». Questa frase, nella prima pagina del libro, ci proietta nel mondo supertecnologico, schiavo del sistema televisivo e della droga, scenario di questa storia. Lo stile dell’autore sembra anch’esso futuristico per cui perde ampiezza e colore, incatenandosi all’uso di termini specifici e ben orientati. Non esiste un vero e proprio protagonista, a meno che non consideriamo il significato più ampio di una società che agisce, vive e si muove, regolata dalle leggi del progresso. La trama interna è molto difficile da individuare anche perché si articola tra flashback, vuoti di memoria e molto spesso si interiorizza nei personaggi sconvolgendosi completamente. Compare poi, verso la fine, una rivalutazione complessiva del passato basata non solo su immagini più familiari ma perfino sull’utilizzo di parole di uso comune e quotidiano per indicare oggetti o concetti talmente futuristici che senza quel nome non avrebbero neanche significato. Non è un caso dunque se la storia si conclude in un bosco e con la nascita di una nuova vita: il figlio di Turner, uno dei personaggi principali del racconto.

È facile dunque intravedere il messaggio centrale del romanzo: «prima di andare avanti giratevi e guardate alle vostre spalle». I personaggi di questo libro non sono più uomini: Turner ha perso la vita in un’esplosione e l’ha riacquistata grazie alla chirurgia da un piccolo processore che è il suo ieri, il suo oggi e il suo domani. Virek ha cessato di vivere da molto, il suo corpo giace in un enorme allattatore che gli permette di trasformarsi in un ologramma e venire a contatto con l’altra gente tramite un freddo collegamento sensorio. Sono persone in cui non circola più il sangue. Tutto, quindi, assume l’aspetto di qualcosa che non è umano, che forse non esiste neanche. Il futuro giunge quindi inaspettato, con lui vengono certamente i vantaggi di un mondo più funzionale e a misura d’uomo, le distanze spariscono, si aprono nuove porte alla comunicazione, alla medicina. Problemi un tempo irrisolvibili diventano in questo libro cose di tutti i giorni, l’uomo è posto al centro di tutto e quello che lo circonda è fatto ed esiste solo per essergli d’aiuto.

C’è però qualcosa che non funziona e nessuno dei personaggi sembra essersene accorto: non esiste più il vero senso della vita. Accecato dal benessere e dalla ricchezza esterna, l’uomo non si accorge che sta sparendo, gettando tutto se stesso in un paradiso artificiale che però sta lentamente trasformandosi in un inferno. In un nucleo di atomi dove il sentimento si è perso in un bit, dove il sole che nasce dietro una montagna potrebbe essere un file e nessuno se ne accorgerebbe. Ogni cosa sta diventando grigia come il ferro, anche le pareti di un qualcosa che dovrebbe vivere, che dovrebbe battere colpi ad ogni secondo, che dovrebbe scandire le emozioni: un qualcosa chiamato cuore.

Ernesto Maglio e Federica Sarro

In libreria

William Gibson
Trilogia dello Sprawl
Neuromante
Giù nel cyberspazio
Monna Lisa cyberpunk

Mondadori, 2017
Collana: Oscar fantastica
804 p., brossura
€ 16,00

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