Il nuovo libro di Arturo Bernava, Le risate del mondo pubblicato dalla casa editrice Il Viandante, è un romanzo storico ed è una lettura che può facilmente annoverarsi fra i romanzi corali: un libro denso di personaggi, ognuno con una propria psicologia e peculiarità, che rende la lettura intensa, piacevole ma, soprattutto, viva ed emozionante. La storia si svolge a Chieti durante la Seconda Guerra Mondiale e, precisamente, nel 1943; anno noto per  il proclama di Badoglio riguardante l’Armistizio di Cassibile. La trama del libro si apre subito con un mancato matrimonio: quello fra Italia Michelli e Osvaldo Pierantozzi. Italia è una presunta vedova di guerra, mentre Osvaldo appartiene a una classe sociale abbiente; per di più l’uomo coltiva dei legami all’interno del partito fascista. Il prete, Don Michele Criscuolo detto “Tiscrocco”, rifiuta categoricamente questa unione senza proferire gli effettivi motivi di questa sua posizione estrema.

Il parroco, infatti, non dà spiegazioni circa la sua decisione con la disperazione conseguente di Benemerita Carrisi, madre di Italia, che invece spera nell’unione con Osvaldo Pierantozzi e la figlia per fronteggiare la miseria e la fame in cui verte la famiglia.

Durante la lettura ci si imbatte in un caso noir: una signora anziana, responsabile del mercato nero, viene trovata morta. Le ipotesi sono copiose ma la più accreditata è che la donna sia stata uccisa per strangolamento. Ma, oltre questa visione inaspettata, stupisce un dettaglio particolare: la morte della donna ha suscitato molti interrogativi e l’indagine, adesso, diviene anche prerogativa dell’interesse dei tedeschi. Intanto l’8 settembre porta con sé ancora la tristezza della guerra: bombardamenti, distruzione, miseria. Fra i numerosi personaggi che popolano questo romanzo è la volta del dottore Don Gerardo De Luca che riceve improvvisamente un avviso: deve trasferirsi presso il distretto di guerra. Nulla, però, è lasciato al caso perché  è già pronto il suo rimpiazzo: Andrea Mantini. Ma lo scrittore non risparmia un altro colpo di scena ai suoi lettori: il novello usurpatore che prenderà il posto del dottor De Luca altro non è che una donna nata in Germania, in questa circostanza, sotto false spoglie. Nonostante gli intrighi lo sfondo storico resta, comunque, sempre presente: gli ufficiali tedeschi uccidono, mettono in atto ritorsioni, perquisiscono case, isolano città, commettono crudeltà.

L’autore, ora velatamente e  ora in modo più diretto, attraverso l’analisi dei personaggi e le descrizioni del contesto mette in risalto, insieme alla trama, la condizione claudicante di quel periodo specifico: un momento in cui l’Italia andava a perdere un’identità che, durante gli anni, aveva rinsaldato valori come l’amore per la Patria, per alcuni, ora che la Patria si stava sfaldando nella resa, nella sconfitta più annunciata. E, dall’altro lato, la Resistenza e i partigiani. La storia  si interseca in una trama originale in cui contesto storico e vicende dei personaggi confluiscono in una dimensione letteraria ed eclettica. La lettura de Le risate del mondo di Arturo Bernava ricorda, a tratti e per collocazione storica, un romanzo di Marcello Argilli pubblicato postumo: L’Altare Nero. Argilli, in questo romanzo di formazione, esplicita la consapevolezza di una guerra ormai persa e, quindi, della stessa sconfitta. In questo senso Arturo Bernava, nel romanzo storico Le risate del mondo,  riesce a cogliere e a scandagliare quel momento di confusione e turbolenza sperimentato da chi ha vissuto quel periodo storico e tutte le conseguenze che quest’ultimo ha poi recato a chi aveva creduto in quei valori. L’Italia, in quel momento, ha dovuto non solo affrontare ma anche metabolizzare la resa e la perdita della stessa patria.

Un’altra peculiarità del romanzo, sicuramente apprezzata dal lettore, è la presentazione dello stesso testo che appare in modo quasi schematizzato: il libro, infatti, si apre con una sorta di decalogo in cui compaiono tutti i nomi dei personaggi che chi si accinge alla lettura incontrerà nel corso del romanzo. In questo modo, considerando la ricchezza della trama, risulta anche più semplice acquisire familiarità con ognuno dei protagonisti e addentrarsi nei passaggi e nelle azioni che ogni personaggio svolge nel corso delle pagine. L’autore, poi,  correda  ogni soggetto elencato di alcune descrizioni ironiche che ben fanno intuire la natura dei personaggi. La maestria dell’autore si concretizza sia nella descrizione dettagliata delle ambientazioni che nei dialoghi ma, soprattutto,  nello stile semplice e scorrevole che rende questo romanzo perfetto per addentrarsi in una parentesi storica importante senza tralasciare colpi di scena ed emozioni.

Anna Lina Grasso

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