Nel 2021 le scuole di scrittura in Italia non sono più un tabù, qualcosa di cui sparlare o in cui non credere. Ma ci sono voluti una ventina di anni perché questo accadesse; perché si desse dignità all’insegnamento della scrittura.

Quando e dove sono nate le scuole di scrittura?

Il corso più “antico” di creative writing è quello dello Iowa Writer’s Workshop, un «laboratorio per scrittori» le cui origini risalgono al 1922 e che ha avuto una notevole influenza sulla letteratura americana. Tra i suoi allievi più noti: Flannery O’Connor, Andre Dubus e Raymond Carver; Philip Roth, invece, ci ha insegnato. Negli anni ’50 la scrittura creativa diventa materia di insegnamento in tantissime università degli Stati Uniti che oggi conta università iper specializzate in ogni tipologia di scrittura. Le tre più importanti, secondo il World Scholarship Forum, sono:

#1: Brown University
#2: John Hopkins University
#3: Cornell University

In Italia il primo corso di scrittura fu tenuto da Raffaele Crovi, critico letterario e scrittore, nel 1984 presso il teatro Verdi di Milano. I suoi corsi di scrittura creativa erano ispirati proprio al modello statunitense. Altro autore che in quegli stessi anni, sempre a Milano, tenne corsi di scrittura e di analisi sul linguaggio della prosa fu Giuseppe Pontiggia, autore comasco, vincitore, tra l’altro, del Premio Strega nel 1989 con La grande sera e del Premio Campiello nel 2001 con Nati due volte, romanzo che ebbe un grande successo internazionale.
Nel 1988, a Roma, nasce invece la prima scuola ufficiale di scrittura creativa italiana: Omero. Le prime lezioni furono affidate a Vincenzo Cerami, celebre scrittore e sceneggiatore; tra le sue sceneggiature la più nota è sicuramente La vita è bella per cui fu candidato al Premio Oscar. A Padova, nel 1993, nasce La piccola scuola di scrittura creativa per merito di Giulio Mozzi, scrittore e curatore editoriale. Mentre nel 1994 a Torino Alessandro Baricco dà vita alla ormai celeberrima Scuola Holden, ispirandosi al libro di formazione Il giovane Holden di Salinger. Rispetto alle esperienze già esistenti in quegli anni, la Holden ebbe fin dall’inizio un approccio didattico diverso dall’esperienza americana e da tutte le altre scuole italiane. Infatti si presentò “sul mercato” come un corso biennale a cui diede il titolo di Master in Tecniche della narrazione, approcciando di fatto la scrittura con le sue diverse tecniche da applicare a diversi linguaggi e non lavorare sulla “pura invenzione”. Le materie che si studiavano erano oltre alla prosa, il teatro, la sceneggiatura, la pubblicità, i fumetti: era una scuola con un approccio multidisciplinare che ambiva a preparare autori per la narrativa, ma anche per il cinema o la tv e mescolare le varie tecniche. Quell’idea iniziale è sempre rimasta, adattandosi alle nuove esigenze legate alla scrittura diventando di fatto la scuola per eccellenza, sempre innovativa e pioniera. Negli ultimi due anni il corso biennale è un corso di laurea in scrittura riconosciuto.  

Negli anni sono nate altre scuole di scrittura distribuite sul territorio nazionale; esperienze singole organizzate dagli stessi scrittori; corsi all’interno di percorsi universitari. Nell’ultimo anno poi è esplosa anche la presenza di corsi online, sicuramente dovuto alla pandemia, ma di fatto in linea con una tendenza già iniziata da qualche tempo.

Ecco alcuni suggerimenti partendo dal nord:

Nel 2000 nasce EACWP, European Association Creative Writing Programmes, la prima associazione che mette insieme tutte le scuole di scrittura in Europa. Il panorama delle scuole di scrittura europee è molto variegato: alcune sono private e pochissime pubbliche o universitarie. Quest’associazione organizza molte attività sia per scrittori che insegnanti in giro per l’Europa.

E se non si ha il tempo o i soldi per iscriversi a un corso di scrittura?

Tanti sono i manuali di scrittura a disposizione in libreria o da prendere in prestito in biblioteca. Probabilmente il primo libro dedicato ai giovani scrittori è quello di Charles Baudelaire dal titolo Consigli ai giovani scrittori, anche se in realtà sono consigli di vita pratica di uno scrittore più che l’analisi di come si scrive. Mentre il primo libro che potremmo considerare come risultato della teorizzazione della scrittura creativa è quello di Dorothea Brande giornalista e poi editor della rivista «American Review».  La Brande nel 1934 pubblica il suo primo libro di successo, «Becoming a writer», (Diventa scrittore, 1981, postumo), che in Italia è pubblicato dalla casa editrice Area51.

Quattro sono quelli che considero fondanti:

Il mestiere di scrivere di Raymond Carver, considerato il maestro della short story, raccoglie le lezioni, gli esercizi, i consigli e le note sulla scrittura. Raymond Carver nel corso della sua vita ha sempre affiancato al «lavoro di scrittore» quello di insegnante. Carver infatti riteneva che il talento dovesse accordarsi con le intenzioni e la tecnica, e potesse svilupparsi attraverso il metodo. All’interno del libro c’è una trascrizione della registrazione di una sua lezione, in cui egli analizza, in una discussione in classe, alcuni dei racconti scritti dai suoi studenti.

Parole private dette in pubblico. Conversazioni e racconti sullo scrivere di Giulio Mozzi. Mozzi è un scrittore prolifico e un bravissimo docente e anche editor. Mette insieme tutta la filiera che c’è intorno a un libro e quindi in questo testo lui mette a frutto tutti questi aspetti dando spunti utilissimi non solo per scrivere ma anche per leggere.

Stephen King On writing è forse il mio preferito. All’interno di On writing, dopo il racconto della propria infanzia e giovinezza, Stephen King inserisce una sezione intitolata La cassetta degli attrezzi, dedicata agli strumenti che uno scrittore deve possedere e allenare per dirsi tale.
Stephen King parla di 31 preziosi consigli sull’arte dello scrivere a chi voglia migliorare la propria scrittura, nel tentativo di salire di livello e, da scrittore competente, diventare un bravo scrittore.

L’ultimo libro che vi consiglio è: Un ragionevole uso dell’irragionevole. Saggi sulla scrittura e lettere sulla creatività di Flannery O’Connor, scrittrice americana nata alla fine degli anni 20. La O’Connor scrisse 32 racconti, 2 romanzi. Un ragionevole uso dell’irragionevole (che raccoglie in un solo volume Nel territorio del diavolo e Sola a presidiare la fortezza) si rivolge tanto a scrittori che non hanno mai provato a raccontare una storia quanto a quelli che lo fanno abitualmente, per cercare di scoprire qual è la natura e qual è lo scopo di questo mestiere. Considerazioni analoghe, sulla scrittura, sui suoi dilemmi e sul mistero della creatività, si possono trovare in molte delle lettere nelle quali discute della sua opera e chiede consigli ad amici scrittori.

Qui di seguito un elenco (non esaustivo e in continua evoluzione) di libri sulla scrittura e sul mestiere dello scrivere:

Roland Barthes Variazioni sulla scrittura
Charles Baudelaire Consigli ai giovani scrittori
Roland Bourneuf – Réal Ouellet L’universo del romanzo
Stefano Brugnolo – Giulio Mozzi Ricettario di scrittura creativa
Italo Calvino Lezioni americane
Italo Calvino Una pietra sopra
Raymond Carver Il mestiere di scrivere. Esercizi, lezioni, saggi di scrittura creativa
Vincenzo Cerami Consigli a un giovane scrittore
Roberto Cotroneo Manuale di scrittura creativa
Giorgio De Rienzo Guida alla scrittura. Vademecum per aspiranti scrittori
Edward Morgan Forster Aspetti del romanzo
John Gardner Il mestiere dello scrittore
André Gide Consigli a un giovane scrittore
Gotham Writers’ Workshop Lezioni di scrittura creativa
Jack Kerouac Diario di uno scrittore affamato
Stephen King On writing
Milan Kundera L’arte del romanzo
Laura Lepri Scrittura creativa. La scrittura creativa raccontata dagli scrittori che la insegnano
David Lodge Il mestiere di scrivere
Gyorgy Lukàcs Teoria del romanzo
Katherine Mansfield La passione della scrittura
Giulio Mozzi Parole private dette in pubblico. Conversazioni e racconti sullo scrivere
Haruki Murakami Il mestiere dello scrittore
Flannery O’Connor Un ragionevole uso dell’irragionevole
José Ortega Y Gasset Sul romanzo
Fulvio Panzeri – Generoso Picone Tondelli. Il mestiere di scrittore. Un libro intervista
Daniel Pennac Come un romanzo
Bianca Pitzorno Il manuale del romanziere
Gianni Rodari Grammatica della fantasia
Arthur Schopenhauer Sul mestiere dello scrittore e sullo stile
Mario Vargas Llosa Lettere a un aspirante romanziere
Edith Wharthon Scrivere narrativa
James Wood Come funzionano i romanzi. Breve storia delle tecniche narrative per lettori e scrittori

Infine, un suggerimento legato proprio alla nostra rivista: la lettura della rubrica ideata e scritta da Alessandra Minervini dal titolo Per una lira. Per una lira è la canzone di esordio di Lucio Battisti e la rubrica parla proprio di scrittura attraverso gli esordi letterari. Ogni mese una recensione che analizza un aspetto della scrittura creando un vero e proprio manuale per chi vuole approcciarsi alla narrazione, sia come scrittore che come lettore.

Che la scrittura abbia inizio!

Lea Iandiorio

Link utili
Per una lira 13 – Caro esordiente, ti scrivo. – 30/03/2021