“Avete presente la nebbia? Dicono che faccia del male alle persone. Sono quelle dicerie che nascono un giorno, non si sa come, e poi quel giorno si perde nel tempo. Nella notte del tempo, anzi, nella nebbia del tempo. E così le origini di un’affermazione così forte, così perentoria, svaniscono, come dire, nel tempo”.

Bassa Padana.

Pontescuro, un pugno di anime perse, con un ponte che collega due nulla.

Una storia avvolta nel mistero e nel dolore.

Siamo nel 1922, l’anno di una marcia che porterà l’Italia nel buio.

Dafne, figlia bellissima del padrone locale, proprietario di un castello, è una ragazza bionda e ribelle, orfana di madre, che si concede per rabbia e per sfida, diventando “la sgualdrina”.

Mi chiamo Dafne Casadio e avrò per sempre ventiquattro anni. Sono morta da sette ore”.

Viene strangolata, ritrovata al di là della nebbia, con un rosso nastro intorno al collo, e la colpa ricade su Ciaccio, lo scemo del villaggio, che scemo lo è davvero poco, abbandonato alla nascita.

“Quando l’hanno scoperto era una mattina d’estate del 1899. Mi lambiva la guancia e rideva. Era avvolto in un pesante panno di lana sporca dal quale emergeva l’ovale di un visino meravigliato (…) Sono il fiume e sono l’unico che può raccontare dall’inizio la storia di Ciaccio”.

Persone, preti, pettegole.

Le ghiandaie, il ponte, il fiume.

Tutti parlano. Persone e cose.

Parlano sottovoce, perché ad alzarla, la voce, certe cose farebbero paura alla loro stessa anima,

Il passato, il rancore, la rabbia.

Il vero scuro che emergerà e che farà comprende che dal vero male non ci si può nascondere.

Neppure con un mantello.

Neppure con la nebbia.

Natalia Ceravolo

Pontescuro è una storia di Luca Ragagnin pubblicata da Miraggi editore, presente anche nel nostro catalogo dei piccoli editori indipendenti.