“Era d’altronde uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla.”

Hervé Joncour osserva la sua vita lieve in silenzio, si lascia scorrere trasportato dagli eventi e dal tempo. Hervé compra e vende bachi da seta, viaggia per il mondo e vive con sua moglie Hélène. Finché per un’epidemia è costretto a spostarsi più a Oriente per cercare i bachi da seta, finché non arriva in Giappone e la sua esistenza viene scalfita come la superficie di un lago con un piccolo sasso che la segna e rimane lì nel suo fondale per sempre.

Alessandro Baricco pubblica Seta nel 1996, un piccolo capolavoro silenzioso e delicato, invisibile come la stessa seta. Con una narrazione per immagini, Baricco ci mostra lo spettacolo lieve della vita di Hervé, rivela le sue abitudini, le sue avventure, i suoi amori, la sua inettitudine. Perennemente per tutto il romanzo, lo stile sembra diffondere parola per parola un senso di profonda malinconia e solitudine che come un’ombra risale dal testo al lettore, avvolgendolo in un velo di invisibile seta.

Hervé è un uomo immobile. Tutta la sua esistenza è stata forgiata e diretta dagli altri. Solo una costante nella sua vita: il suo amore per Hélène, delicata e dalla voce bellissima. Hervé è l’esempio di tutti quegli uomini che non riescono a decidere, a scegliere per se stessi, ma in silenzio lasciano che il tempo scorra e passivi rimangono ad attendere la morte.
Ma Baldabiou, il commerciante del villaggio francese in cui vivono, manda Hervé in Giappone, dove rimane incastrato come “un filo d’oro che correva diritto nella trama di un tappeto tessuto da un folle”, negli occhi di una ragazza non orientale.

La vita lieve di Hervé Joncour viene sbriciolata da una passione folle per una donna proibita, di proprietà del venditore giapponese di bachi da seta. Un amore che travolge gli stessi sentimenti per Hélène, ma non li rimpiazza, li uccide, li fa rinascere.

Per mille volte cercò gli occhi di lei, e per mille volte lei trovò i suoi. Era una specie di triste danza, segreta e impotente.

Nel film di François Girard del 2007 alcuni particolari della delicatezza del romanzo di Baricco si vengono a perdere. La narrazione cinematografica prescinde delle regole romanzesche e va, in questo caso, a modificare alcuni snodi e ad aggiungere personaggi e dinamiche all’opera originale. Il Seta di Girard, con Michael Pitt nel ruolo di Hervé e Keira Knightley nel ruolo di Hélène, si può considerare una pellicola ispirata al Seta di Baricco ma che potrebbe eludere la lettura del romanzo stesso. Un film intenso, ben costruito e recitato, con un cast importante (troviamo anche Alfred Molina nel ruolo di Baldabiou).

Ma in questo caso, la potenza del linguaggio e dell’atmosfera di Baricco non può non essere assaporata. Seta è una lettura da bere tutta d’un fiato, in cui i sentimenti e le emozioni devono affiorare e commuovere. Silenzio, delicatezza, malinconia, Seta è il racconto di un’immensa storia d’amore, alimentata dalla passione per il proibito.

Hélène così silenziosa e lieve, nasconde in sé una grande forza e amore che nonostante tutto la rendono devota al marito. A differenza di Hervé, Hélène combatte per ciò che ama e perdona, giustifica, sacrificando il suo stesso orgoglio per proteggere la sua vita. Una costante nella vita di Hervé, è la vera passione della sua esistenza, di cui si accorgerà troppo tardi, a dimostrazione che ciò che abbiamo è dato per scontato e solo dopo assume la sua vera importanza.

Hélène e non la ragazzina dagli occhi non orientali è la seta che scorre invisibile e si adagia lenta sulla vita di Hervé.

Keira Knightley riesce a incarnare una splendida Hélène, laddove invece la scelta di rendere orientale la ragazzina di cui si innamora Hervé va a disincantare l’importante elemento degli occhi e della danza magica degli sguardi. La ragazzina parla solo col suo sguardo e con la sua potenza, e gli occhi non orientali sono il modo con cui Hervé ce la presenta e la caratterizza, oltre che il modo in cui il lettore la vede. Snaturare questo particolare è uno dei tanti motivi per cui il film diventa una pellicola a sé e perde punto di contatto dall’opera da cui è tratto.

Quella ragazzina continuava a fissarlo, con una violenza che strappava a ogni sua parola l’obbligo di suonare memorabile.

I costumi, le ambientazioni, sia occidentali che orientali, sono state scelta con cura e danno spessore alla storia, rendendo il film un ottimo prodotto.

Ma Seta rimane il romanzo di Alessandro Baricco. Un romanzo d’amore, di scoperta, di vita, di dolore, di trasporto, viaggi, avventure. Di scoperta del proibito, del nascosto, della profondità dei sentimenti e della fedeltà. Seta è un piccolo universo di passione silenziosa rubata ai rumori del mondo. Un romanzo che lascia un vuoto e induce a riflettere su quanto sia necessario agire, imporsi, scegliere.

È uno strano dolore. Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.

Ilaria Amoruso