Può piacere un libro che dice il contrario di quel che pensiamo?
Non credevo fosse possibile, ma confesso subito di aver storto il naso diverse volte durante la lettura, eppure di non aver mai pensato che l’autore dicesse stupidaggini o che non valesse la pena continuare a leggere.
E io sono una di quelle che lotta con le unghie e con i denti per far capire che è possibile apprezzare un libro, addirittura amarlo, anche senza immedesimarsi del tutto in un personaggio. Tale discorso capita puntualmente con Lolita di Vladimir Nabokov.
Beh, se ascoltassimo sempre e soltanto i pareri uguali al nostro e non pensassimo che esistono persone diverse da noi, il suprematismo e le dittature avrebbero ragione.
Lolita è scritto da Nabokov, uno dei migliori critici letterari e scrittori del Novecento e di sempre, uno che di letteratura ne sapeva e della quale capiva perfettamente i meccanismi. È una discesa catartica nella follia e nella tragedia, ma non serve a volte scendere all’inferno per tornare a rivedere le stelle?
Questa premessa era necessaria per far capire ai lettori che il libro di Piero Scanziani mi ha dato più o meno lo stesso effetto di Nabokov ai molti.
Lo confesso: ho cercato sul web notizie di Scanziani perché non avevo idea di chi fosse. Ho quindi scoperto che fu un militante antifascista, che girò il mondo da est a ovest e che fu tanto appassionato di cani da essere il responsabile della rinascita del mastino napoletano, cioè il molosso tipico italiano.
Avventura dell’uomo è un viaggio nella vita umana, dall’incontro poeticamente raccontato tra uno spermatozoo e l’ovulo, alla morte di un uomo senza rimorsi né rimpianti. Scritto nel 1957, ha dei difetti se letto nell’ottica di oggi, soprattutto nel concetto paternalista di una donna la cui vita sia coronata dalla maternità e dalla costruzione di una propria famiglia e in un’attenzione un poco lombrosiana nello sviluppo dei bambini. Tuttavia, è un vero e proprio saggio umanista perché mette l’essere umano al centro come una divinità di cui si vadano a ricercare le origini nel mito, andando a guardare con occhio innamorato eppure scientifico ogni fase della sua vita. Ad esempio, il concetto di amore platonico tratto dal Simposio, come disse Ungaretti nell’intervista che gli fece Pasolini, in cui qualsiasi orientamento sessuale è rispettato e del tutto normalizzato al contrario di quanto si faccia oggi.
Un libro che consiglio per la prospettiva particolare e per la riflessione unica rispetto all’essere umano, considerato l’epoca in cui è stato scritto e il background dell’autore, pubblicato per altro da una casa editrice, Utopia editore, che fa del proprio catalogo un’opera d’arte.
Laura Pegorini
E tu cosa ne pensi?