Un lungo e caloroso abbraccio, è così che Paolo ci ha accolti nella hall dell’hotel Plaza a Torino. Gli Scisma hanno appena terminato Il soundcheck per il concerto del Brand New Tour di MTV. È curioso pensare come l’assenza di inibizioni nella purezza di un gesto possa trasmettere sensazioni forti… Sediamoci qui dice, indicando il salottino in stile liberty. Nel giro di pochi secondi siamo già proiettati nel vivo del discorso.

Giorgio: Ieri per telefono mi hai detto che arrivare a dare un messaggio
che risolva il mondo è quasi impossibile.

Ti assicuro che dico questo e contemporaneamente non lo dimostro nelle mie azioni. Ogni mattina mi sveglio convinto di fare ogni cosa con un senso di rivoluzione. Poi, non capisco che senso possa avere una vita senza speranza. Penso ce ne sia un bisogno assoluto, ma In questo momento non ne vedo tanta. Da anni siamo bombardati da questa mentalità del vincere, piena di testosterone, per cui quando hai qualcuno di più piccolo sotto di te è giusto che prevarichi… Sembra una cosa perfettamente naturale. Il mio pensiero piccolissimo sta tutto qua: l’uomo avrebbe la possibilità di fare in modo di non prevaricarsi, per lo meno in alcune situazioni, ma questo non succede. Così mi viene da dire: butto via tutte le buone maniere che ml sono state Insegnate da piccolo e inizio a essere medioevale, se c’è da lottare non lotto con il fioretto ma combatto con una spadona. In realtà poi mi rendo conto che sia assolutamente importante riuscire a vivere bene, non in senso qualunquista. Questo emerge in quello che scrivo.

I testi di Armstrong [ultimo disco degli Scisma, nel 2000, ndr] mi sembrano più lineari, meno cerebrali, più riflessivi: questa evoluzione nel tuo stile da cosa è stata dettata?

Ho il desiderio di esprimere quello che sento in questo momento. Prima avevo come l’impressione di non essere bastevole. Questa è una grossa paura, non ti nego che quando sono venute frasi tipo «non so perché non sogno mal se rivoluzionarsi significa dormire», di primo acchito mi sono chiesto cosa stavo scrivendo… Poi, alla fine, ho capito di avere il desiderio di smettere di voler dimostrare qualcosa a qualcuno e soprattutto a me stesso.

Spesso dai tuoi testi emerge il senso delle direzioni, il sud, l’est, la voglia di spostarsi…

Trovo che una delle cose più importanti per una persona giovane sia viaggiare, fare questo tipo di esperienza fin dai 13-14 anni. Il problema grosso, secondo me, delle donne e degli uomini in Italia, è che spesso si ha una supermamma. E una super famiglia, un super stato, una super parrocchia: tutto sopra di noi… A 30, 31, 32, 33 anni, molte persone non hanno ancora fatto delle esperienze reali, vive. Il viaggio ti dà modo di farne.

Ha, avuto modo di farne molti?

In passato no, adesso sono felice di fare questo mestiere perché mi spiazzo ogni volta, spiazzo il mio orizzonte. Be’, non sempre perché sarei troppo bravo se ci riuscissi.

I luoghi, come influiscono su di te, lo spazio… tu vivi sul lago di Garda che è un posto meraviglioso.

Lì è bellissimo: sono andato via da Milano apposta per vivere lì. È un posto
dove mi sento bene. Il sud d’Italia mi piace molto. Alla fine comunque sono stato in due o tre posti: in Polonia, in Francia due volte. Ho girato tutta l’Italia che è bellissima.

Hai avuto modo di fare incontri con altri artisti interessanti, durante questi viaggi?

Il gruppo che più mi piace in questo momento sono i Venus. Ci siamo incontrati in Francia e la prima volta che li ho visti ho sentito una poesia… un qualcosa di indescrivibile che c’è in loro come in pochissimi altri al mondo. È il miglior gruppo visto in vita mia. Noi abbiamo fatto un loro pezzo che si chiama «I’m the ocean»: è disarmante la semplicità del testo. Ci siamo conosciuti perché avevo suonato un brano in una radio francese, e loro c’erano. Poi Mare [voce e chitarra del gruppo belga, N.d.i.] ha voluto
suonarlo: due sere dopo lo cantava in italiano! Sono rimasto folgorato… Da quel giorno scrivo molto di più, tengo tutto per me ma sono contento.

Farai un libro?

No perché non voglio disturbare nessuno.

Vedi una vita senza musica e senza chitarra?

Senza chitarra no. A casa mia, con dei bambini a cui insegnare qualche cosa… Oppure non insegnare niente, che sarebbe ancora meglio.

Ti senti vicino ad altri musicisti come interazione, modo di fare, come
idee o ispirazione?

Mi piacerebbe essere una sorta di Dino Campana del ‘900 ma non ho lo stesso coraggio e i tempi sono diversi. Il senso della solitudine, della misantropia… I decadenti? Sì, forse, ma mi piacciono anche molto quelli che dicono cose gioiose. Non mi interessano molto le cose fatte apposta per arrivare e funzionare.

Inevitabilmente sorrido perché il caso ha voluto che proprio in quel momento entrassero i SuperB. Divertito guardo Paolo chiedendogli se un esempio di musica fatta apposta per funzionare non fosse appena comparsa dietro di me. In un attimo il mio atteggiamento ipercritico viene ridimensionato e avvolto in una semplice considerazione che ci lascia tanto stupiti quanto disarmati.

No… be’, guarda, il discorso è questo. Tante volte riesco a fare delle grosse crociate dentro di me, poi vedo una persona e in quanto persona mi commuove la sua esistenza… ln generale anche le cose più bastarde che penso, le più tremende, vanno a naufragare, quando di fronte a me ho una persona che respira… Non riesco a staccarmi dall’emozione che mi comporta questa cosa… Mi viene un groppo in gola anche a dirlo. È per questo che non riesco a essere più ‘medioevale’. In realtà ho la fortuna di avere un’esistenza, senza grosse soddisfazioni economiche, però naturale e giusta, e non riesco a lottare come se fosse l’ultimo giorno della mia vita. Questo è il mio problema e per certi versi va anche a riflettersi nel gruppo…

Pensi che queste idee vengano espresse anche da altri artisti magari con altri linguaggi?

Ora mi ritrovo tantissimo in Giorgio Gaber, un artista che spesso è stato sottovalutato. Con Luporini ha scritto delle cose straordinarie e contemporaneamente ha una vita che indica totalmente il contrario di quello che dice. Mi fa impazzire il fatto che riesca a essere così convincente da far piangere impazzire prima, e far ridere subito dopo 3 , 5 10mila persone, di qualsiasi fascia sociale! Penso: è un genio assoluto, una persona davvero coerente e poi… Si è sposato con Ombretta Colli! [risate] Lui e Battiato sono le due persone che stimo di più, ma non ho mai avuto modo di conoscerle, forse perché ho un po’ paura…

Cecilia: Come gruppo di un certo livello avete inevitabilmente un immagine da difendere, non mi sembra che voi abbiate cercato di costruirla, ma che siano stati piuttosto gli atti a manipolarla… [sorride].

Gli Scisma dovrebbero essere un gruppo che sa creare un’esperienza, e non so se questo capiti spesso o addirittura se capiti. Quello che vorrei che trasparisse è la totale abnegazione con cui agiamo. Vorrei che si sentisse questo, e l’impegno che ci mettiamo. Anche perché il più delle volte studiamo bene le cose: non siamo un gruppo che improvvisa.

È importante rapportare questa vostra esperienza al mercato, e più in generale alla realtà esterna, a ciò che spesso sembra minacciare la purezza delle cose. – Torna il discorso sulla speranza che ogni tanto manca, in un mondo che spesso ci frena, ci impedisce di proseguire per la strada intrapresa -. Quanto è difficile portare avanti i vostri valori all’interno di questo universo? E quale peso ha il compromesso?

Il compromesso è alla base di questo mondo, anche se questa è l’attività in cui, tutto sommato, ne ho dovuti accettare di meno. In ogni caso cerchiamo di dare il massimo in quello che facciamo. La più grossa difficoltà che ho in questo momento è riuscire ad avere voglia di raccontarmi. Quando riesco a stupirmi scrivo delle cose. E sono felice.

Le parole scorrono fluide. Ne approfitto ancora per un po’. Confesso che a tratti mi sembra un Piccolo Principe. Lo immagino sul suo pianeta sospeso nell’universo, con un aereo con cui può viaggiare, incontrare gente, ma allo stesso tempo libero di ritagliare momenti solo per sé, magari per osservare gli altri «da fuori».

Un po’ forse lo sono. In realtà mi piacerebbe davvero riuscire a sfiorare di più gli altri, magari parlando il meno possibile: è un’altra cosa che devo imparare… come Jean Val Jean [personaggio de I miserabili che lui stesso cita], che conduce un’esistenza in modo tale da sfiorare il più possibile gli altri, cercando di farli stare bene. Questo mi affascina e vorrei essere così, ma non penso di esserne capace. Magari col tempo, tanto secondo me arrivo ai 102, 103 anni. Un po’ come gli elefanti.

Intervista a cura di Giorgio Ferrero e Cecilia Fresia

Discografia degli Scisma

Album in studio
1993 – Pezzetti di carta (cassetta autoprodotta)
1995 – Bombardano Cortina (cd autoprodotto)
1997 – Rosemary Plexiglas (Catapulta/EMI)
1999 – Armstrong (Parlophone/EMI)

EP
1999 – Vive le Roi Vinile 10″ (Parlophone/EMI)
1999 – Tungsteno Vinile 12″ (Dance Factory/EMI)
2015 – Mr. Newman (Woodworm/Audioglobe)