Anche quest’anno vi consigliamo le tipe da spiaggia: otto libri di recente pubblicazione, scritti da otto scrittrici. Queste sono le seconde quattro tipe da spiaggia, che seguono le quattro della settimana scorsa. Buona lettura e buone vacanze!

(Se #tipedaspiaggia vi piace, condividete citazioni tratte da questi libri, fotografati durante le vostre letture vacanziere.)

Emily Brontë
Cime tempestose
Einaudi
Traduzione di Monica Pareschi

L’estate è il tempo di recuperare o rileggere romanzi che appartengono alla storia della letteratura. Quei volumi che non si ha il tempo di affrontare durante l’anno. Se siete di quest’idea vi consigliamo questo classicone romantico e dark, ripubblicato da Einaudi in una nuova traduzione a cura di Monica Pareschi. Un volume impreziosito anche da un breve saggio di Virginia Woolf: “Emily Brontë sapeva liberare la vita dalla sua dipendenza dai fatti; con pochi tocchi indicare lo spirito di una faccia che non aveva piú bisogno di un corpo; parlando della brughiera far parlare il vento e ruggire il tuono.” Ritroverete le atmosfere vittoriane della protagonista e amerete Cathy definitivamente. Rileggerla oggi significa riappropriarsi non solo di intuizioni narrative perfette, precedenti qualsiasi tecnica di scrittura ma soprattutto riscoprirete storie di ragazze, piratesse dei sentimenti che rifiutano convenzioni e leggi sociali per dire al mondo una cosa molto semplice: siamo donne, oltre le signore c’è di più.

Rebecca Kauffman
La casa dei Gunner
SUR
Traduzione di Alice Casarini

Se avete organizzato una villeggiatura, quella vacanza molto vintage che si faceva un tempo, in cui ci si concentra su poche cose essenziali legate al benessere, portate con voi questo romanzo. È davvero il compagno ideale, sarà come trascorrere del tempo con dei vecchi amici.
Una casa abbandonata in un sobborgo dello stato di New York è il punto di partenza del romanzo di Rebecca Kauffman. Un gruppo di ragazzini simili per sintomi da disagio adolescenziale ma completamente diversi per indole, si ritrovano in questa sorta di quartiere generale, la casa dei Gunner, per promettersi amicizia e fedeltà eterne. Ma chiaramente la vita non li ascolta. Così si ritrovano adulti, in preda ai sintomi da disagio post adolescenziale, al funerale di Sally, componente del gruppo che si è tolta la vita. Sarà l’occasione per una resa dei conti sulle scelte obbligate dell’età adulta, raccontata senza la paura di affrontare le emozioni dei personaggi. La scrittura brillante senza eccessi di sentimentalismo intesse una trama perfetta per chi ama leggere storie d’amicizia, in cui prendersi cura degli altri si mostra attraverso l’importanza di piccoli continui gesti quotidiani a fronte di eccessi impulsivi tipici invece della giovinezza. Bellissima la scelta di dare respiro a tutte le voci dei personaggi, seppure guidate dal punto di vista di Mickey: l’unico personaggio disposto ad arrendersi al Caso e ad accogliere dolcemente il lato anche meno giusto della vita.

Kathleen Rooney
Lillian Boxfish si fa un giro
8tto Edizioni
Traduzione di Cristina Cicognini

Questo romanzo è stata una scoperta continua. Divertente e sacrilego, nel senso buono del termine ovvero capace di sconvolgere piacevolmente le aspettative del lettore, si rivela una lettura estiva perfetta. Rilassante e riflessivo. Ambientato nell’isola di Manhattan ripercorre la vita della protagonista cominciando dalla fine, cioè da una lunga passeggiata durante l’ultima notte dell’anno 1984 che si sviluppa in tutte le altre destinazioni del passato di Lillian. Lillian arriva a NY nel 1926, in un’America in cui ancora si poteva sperare in un modo migliore di stare al mondo, e viene assunta da Macy’s come copywriter, in poco tempo diventa molto richiesta, famosa e capace di trasformare un claim in leggenda. Complice il suo innato senso dell’umorismo e una autoironia spiccatamente femminile, si rende conto di avere tra le mani un potere: il talento. Anche se il suo sogno, manco troppo segreto, è quello di diventare una acclamata poetessa, il romanzo è infatti intriso dei suoi versi più o meno riusciti che arricchiscono la narrazione del ben giostrato ritmo narrativo. Un romanzo che scorre appassionando il lettore, una storia che cammina da sé, con alcune ispirazioni alla Mad Men, e che si snoda in vari punti della città dando anche a chi legge la possibilità di viaggiare nella storia del costume americano. Seguendo le strade di Lillian si ride di gusto, il che impreziosisce il tempo di lettura. Impossibile non amare Lillian e il suo sguardo icastico sulla capacità delle donne di non farsi sottomettere da nessuno e da niente, capaci di abbracciare le seconde occasioni e le rivincite autentiche che ne derivano.

Linda Barbarino
La Dragunera
Il Saggiatore

Per gli appassionati di nuove voci letterarie, questo esordio è probabile che finisca tra i migliori letti nel 2020, pubblicato da Il Saggiatore e finalista al Premio Calvino. La Dragunera ha innanzi tutto un gran pregio: ci riconcilia con il meglio della letteratura italiana del passato. Non ha un approccio vintage alla scrittura eppure si percepisce una voce profonda ma non leziosa, agile e avvolgente, figlia legittima delle storie della Morante, della Sapienza e della Maraini dei primi romanzi. È la storia di Rosa costretta a essere la prostituta del paese, prediletta ma non al punto da salvarla da Paolo. Rosa invece Paolo lo ama, è contenta quando viene a trovarla. Paolo però è destinato a tutt’altra storia, legata alle tenute di famiglia e al suo amore “maledetto” per la moglie del fratello, detta la dragunera come il vento velenoso che quando spira rovina il raccolto. La dragunera è una strega, una donna che conosce ciò che vuole e se lo va a prendere in una terra che difficilmente realizza e regala sogni. La Sicilia del romanzo, protagonista tanto quanto i personaggi, è selvaggia e cattiva, una Sicilia sudamericana. Ricorda il Brasile spensieratamente bastardo di Jorge Amado e della sua Teresa Batista. La dragunera è un romanzo a cui facilmente scapperebbe la definizione di “necessario” oppure la meno efficace espressione di “urgente”. Ma questo non basterebbe a restituirne la preziosità. Preziosità della storia, della lingua della talentuosa scrittrice e preziosità della non necessità, in verità, di leggerlo. Ecco perché invece va letto. La letteratura ha bisogno di storie eterne, apparentemente fuori dal tempo. Mentre invece sono queste le storie con cui bisogna fare i conti tutti i giorni.

Alessandra Minervini