Si sale a bordo di un treno che parte da Rimini, la cittadina romagnola che affaccia sull’Adriatico e si va verso Roma. Un viaggio lungo 73 anni che testimonia la vita di Fellini. Nella meravigliosa edizione illustrata, Federico Fellini Rimini-Roma: andata e ritorno, di Grazia Gotti e Giuseppe Palumbo, edita da Edizioni Primavera, questo viaggio viene narrato scrupolosamente, attraverso immagini e racconti che accompagnano i lettori di tutte le età. Perché non si è mai troppo piccoli per imparare a conoscere l’arte felliniana.

Partenza da Rimini

La vita del Fellini bambino inizia a Rimini, tra storie di pescatori e leggende come quella dell’incendio del maestoso Grand Hotel. Già in quegli anni si vedeva una Rimini affollata in estate e totalmente vuota nella stagione invernale, dove il mare rimaneva la compagnia fissa per i suoi abitanti.

La narrazione percorre la vita del Fellini bambino, dalla sua nascita in Via Dardanelli 10, alla storia della sua famiglia.

“A piedi arrivava fino al mare, ma non gli piaceva fare il bagno, e neppure perdersi a giocare con la sabbia. Non sapeva nuotare, non imparò mai. Da adulto raccontò che gli era capitato di stare a galla e muoversi libero nell’acqua solo in sogno. Ricordava la bellissima sensazione di nuotare verso Rimini e di avvicinarsi al molo. L’acqua non gli faceva più paura: era solo, in armonia con il cosmo”.

L’arrivo del circo

Gli autori sono attenti a sottolineare la sua indole naturale che lo spingeva verso il diverso, la stranezza, l’originalità. La sua passione per la campagna, per i personaggi che vi incontrava, la stessa smisurata passione per il circo che incontra per la prima volta proprio in campagna e che porterà con sé nei suoi film. La figura del clown diventerà tipica nella sua filmografia, nei suoi disegni, nelle sue storie in cui si incontrano gli stessi zingari, vagabondi e circensi che incontrava nella campagna di Gambettola.

Leggendo la sua storia si vede come fosse già un piccolo artigiano, amava disegnare e passava interi pomeriggi a giocare da solo, con la sua fantasia. Quella fantasia che lo ha reso un genio della nostra epoca, la stessa che da bambino usava per combattere la noia. L’imitazione della realtà non gli interessava, già nei suoi disegni e nei suoi fumetti, si impegnava a mostrare la sua visione delle cose, immergendosi costantemente in un altrove che non tutti riuscivano a comprendere. E che anche oggi fatichiamo a immaginare.

“Da ragazzo non ero un lettore onnivoro”

Se è vero che amava il disegno e i fumetti, sicuramente non era un appassionato della lettura. Questo paragrafo del libro sarà consolatorio per alcuni genitori e per altrettanti bambini, è la dimostrazione che ci si avvicina piano alla lettura come piacere, scegliendo i libri giusti, i momenti adatti per farlo. Divenne un grande lettore soltanto da adulto, soprattutto per la sua insonnia che non gli permetteva di dormire e così i libri divennero la sua compagnia notturna preferita.

A bordo verso Roma

Tra ansie per il futuro, incertezze, sogni nel cassetto e preoccupazioni per la vita che sarà, Fellini parte, come tanti giovani di ieri e di oggi, alla ricerca di un suo posto nel mondo. Non sempre un treno per la città può essere la risposta, nel caso di Fellini è proprio il passaggio dalla provincia alla città, con tutti gli stati d’animo che ne consegue ad avergli permesso di entrare nel suo mondo. A Roma c’è la radio, il mondo la televisione, c’è l’inizio della sua storia con Giulietta, la Seconda guerra mondiale e la celebrazione del suo matrimonio. Iniziano i suoi film, la sua collaborazione con Rossellini, la regia de Lo sceicco bianco, la sua amicizia con Sordi, i suoi vitelloni che rievocheranno la nostalgia per la vita di provincia, con la scena finale che riprende la sua vita: Moraldo dalla provincia prende un treno diretto a Roma dopo un’ultima notte di baldoria con gli amici. Ci sono i personaggi dei suoi film, le sue donne, c’è Ennio Flaiano, la sua Roma, c’è tutta la sua amicizia con Marcello Mastroianni:

“La magia di lavorare con Fellini è che con lui sei contemporaneamente due cose ugualmente esaltanti: sei attore e spettatore. anzi, prima spettatore e poi attore, prima vedi nascere e crescere una storia, una fantasia, un film e poi ci entri dentro come parte attiva”.

Non mancano le illustrazioni che lo raffigurano in cammino con la sua sciarpa rossa, il cappello e il cappotto lungo. Questo libro illustrato è un libro leggero, che fa compagnia e che fa sorridere. Certo, vi è un sottofondo continuo di velata malinconia, per tutto ciò che non c’è più, per le differenze abissali col mondo di oggi e soprattutto per non aver potuto conoscere abbastanza un personaggio come Fellini. C’è il paradosso continuo tra la vita di provincia e quella di città che ritroveremo poi in tutti i suoi film. Leggere libri come questo rimane il modo migliore per ricordarlo sempre.

“La provincia acquista un senso nell’essere ricordata da Roma, Roma acquista un senso nell’esserci arrivati dalla provincia”

Italo Calvino, Autobiografia di uno spettatore

Giusy Esposito