FONDAMENTA: Le fantascienze [(05-06)/02/000]
Da Avellino a Venezia, un viaggio per Ex libris.

Oggetto: FONDAMENTA Venezia Città di Lettori Comune di Venezia – Assessorato alla Cultura LABORATORI DI FONDAMENTA Le Fantascienze Venezia, Ala Napoleonica Museo Correr, Piazza San Marco sabato 5 e domenica 6 febbraio.

Tema: Le fantascienze

Contenuti: Una riflessione sul futuro necessario della science fiction: limiti, potenzialità, punti di crisi e di trasformazione.

Tra i partecipanti: Robert Sheckley, Pat Cadigan, Geoff Ryman, Christopher Priest, Stefano Carducci, Luigi Cozzi, Vittorio Curtoni, Carlo Rambaldi, Mario Rasetti, Enrico Ghezzi, Silvio Sosio, Franco Carlini.

Obiettivo Ex libris: seguire, capire, cercare di intervistare innanzitutto i quattro scrittori presenti, Robert Sheckley, Pat Cadigan, Geoff
Ryman, Christopher Priest.

Diario di viaggio
5 febbraio, Sabato
Partenza: ore 10.30, aeroporto di Napoli.

Arrivo all’aeroporto esattamente un’ora prima del check in. Esattamente un’ora di perfetta efficienza napoletana. A mio agio, conscio di avere tutto in regola, proiettato già sui meandri mentali di chi dovrò incontrare a Fondamenta presento, innocuo, il mio biglietto a una hostess ancora assonnata. C’è una piccola imperfezione: l’orario è stato cambiato a mano. Sulla dicitura ore 7.30 c’è sovrascritto 10.30. Si vede che la donna è di cuore perché lascia subito che sia l’amica hostess, avvicinatasi allo cheque con piglio da avvoltoio inespresso, a ricontrollare. Codesta si avventa sul biglietto e in pochi minuti di controlli incrociati telefonici mi ritrovo a dover pagare una multa salatissima. Risultato: parto per Venezia con 130.000 lire in tasca. Ma non fa niente, vado a incontrare Robert Sheckley, Geoff Ryman, Pat Cadigan, Christopher Priest, e altro, altro ancora.
È così che salgo su un aereo della potente linea, si rivelerà in seguito uno degli aerei messi sotto accusa dalla stessa Boeing in America per inefficienza ai motori, insomma un [*Dc*] non mi ricordo. Eppure sono contento, senza una lira, ma volo più leggero, all’atterraggio non sento nemmeno i miei novanta chili rimbalzarmi addosso e ricordarmi: ci siamo fatti pagare salati eh? 3000 lire a chilo, più della mortadella! Meno male che sono dimagrito! Eppure debbo ringraziare l’hostess e la fame veneziana. Un detto avellinese recita: «ogni n’toppamiento è giovamiento» (ogni intoppo può ritornare utile).

Arrivo ore 13.30, aeroporto di S. Lucia Venezia. Ritardo naturale e puntuale causa nebbia…

Inizio convegno previsto ore 15.00. E qui sono puntuali, ammettono un ritardo marginale, mi dico. E allora velocità: saltare sul bus che va a Venezia, saltando che ti salto ingollo tre wafer, il mio pranzo. Arrivo Venezia ore 14.00; biglietto del vaporetto necessario: devo relazionare, capire, introdurmi nei discorsi di Robert Sheckley e, a stomaco vuoto, non me la sento di fare una corsa fino a Piazza S. Marco. Sul vaporetto finalmente vedo Venezia Non c’è la nebbia che mi aspettavo, sarà maggiore il giorno dopo. Arrivato a Piazza S. Marco chiedo per l’ala Napoleonica del Museo Correr. Premetto che il mio veneziano è pessimo quindi pronuncio il nome del museo con tre accenti diversi, così sono sicuro di arrivare: Museo Còrrer?Corrèr?ér? Schifata una siora me lo indica: ci sono davanti. Salgo le scale affannato, sono le 14.45, chi ci sarà? Chi intervisterò? Nessuno, non c’è ancora nessuno, ma ho il tempo di darmi una calmata e una lavata.

Da adesso sono su suolo veneziano, sono salvo, mi limiterò a riferire quanto accadutomi, quale intervistatore meridionale, avellinese di Ex libris, rivista di provenienza manocalzatese > avellinese > italiana, che ha il suo bel fascino: già dal nome riesco ad avere immediatamente l’accredito da addetto stampa.
Ho un sapore di malinconia: Alfred Van Vogt è morto ieri, è notizia fresca sul Corriere della fantascienza, all’interno di www.fantascienza.com il cui webmaster Silvio Sosio, relazionerà domenica pomeriggio. Quindi mi siedo, pulito, sereno; e aspetto che Robert Sheckley, ultrasettantenne, parli.
Parlerà in americano, perfetto americano. E volendo impegnarmi nell’ascoltare tralascerò le cuffie con annessa traduzione simultanea. Capirò la sostanza, l’ineluttabile realismo di chi ha sempre fatto fantascienza, nello specifico di chi ha trattato l’utopia , il suo rapporto con il sociale. Sheckley non ha remore a consegnare i giovani scrittori di fantascienza direttamente all’oblio: carenza di idee davvero nuove. Ce ne sono alcuni in sala, gli altri tre che sono stati invitati. Il meno giovane, Christopher Priest, inglese, sale subito a dire la sua: «No. Non è vero! Noi. autori valiamo ben qualcosa!». Sheckley, in realtà provocandone la reazione appositamente introduce lui, Pat Cadigan, Geoff Ryman (che resta più sulle sue, in perfetto stile profetico) in una discussione intra-relazionale tra madre lingua anglosassoni. Gli italiani in sala, e sono la maggioranza, assistono da lontano a un dibattito a spirale su autore-crisi dell’autore / d’autore / delle idee degli autori. All’uscita riesco a parlare per un attimo con Robert Sheckley, ha la faccia di uno dei protagonisti di «Pianeta Stregato», lo stregone indigeno; testardo e irrispettoso ci parla di ironia, potrebbe essere questa la modalità attraverso la quale rinnovare il genere. Anticipa poi che la sua novel Dimension of reality dovrebbe uscire in America, chissà quando in Italia.
Gli italiani (Carducci, Cozzi, Curtoni), nel pomeriggio inoltrato sembrano retrodatare a se stessi. Non c’è Valerio Evangelisti a ricordargli che in Italia è la logica di nicchia, l’autoreferenzialità del circolo chiuso degli adepti, ad aver ghettizzato e a ghettizzare. Non ci sono i fan e i fandom di cui parla Harlan Eleison, in Italia non esistono, o meglio non hanno mai potuto contare su un circuito ben assestato, su una logica di prodotto di mercato, quale è quello americano, da sempre avanti nella produzione, distribuzione e sì, nella squallida gadgettizzazione. Purtroppo, o per fortuna, non lo sapremo mai: in Italia questo non è mai accaduto.

6 febbraio, domenica ore 10.30

Mario Rasetti, fisico, illustra a una platea estremamente non attenta a cercare di non capirci niente le applicazioni della letteratura alla scienza, la fantascienza che è già scienza e la scienza che non solo è fantascienza, ma la ha già superata e da lungo tempo, non autodivulgandosi all’esterno del circolo chiuso degli sperimentatori per varie questioni, non ultima la componente destabilizzatrice economica. Il tutto sotteso a una logica quantistica, che ricalca perfettamente il meccanicismo di Asimov. Interrogato sulla questione Rasetti ci riferisce non aver mai letto niente. È strano e profetico, ma Asimov, già nei suoi primi racconti immaginava quegli stessi nanorobots prodigiosi di cui Rasetti ci ha parlato con entusiasmo mal celato.
Pat Cadigan e Christopher Priest discettano sostanzialmente di Cyber. Cyber dal greco ? navigatore è un termine ampio che ricopre, come lo ha fatto pulp, varie sfumature di espressioni letterarie; oramai da diverso tempo anche in Italia. Hanno ambedue una chiara visione di mercato, sostanzialmente diversa da quella degli scrittori europei. Inevitabilmente si arriva a parlare della rete. Cadigan è più a suo agio, ci parla di internet come sostituto ai libri, di formato come soluzione e di supremazia della storia, dell’idea come soluzione a una crisi del settore che si estende a tutti i generi della letteratura. Priest individua nell’alfabetizzazione una risposta alla crisi, se crisi c’è, Cadigan nell’evoluzione, nella contaminazione. Puntuali interrompono alle 13.30 causa pranzo, sono affamati. A questo punto, potere della fame, spezzo le mie barriere e mi presento a Pat Cadigan, in perfetto inglese rimasticato le faccio capire che vengo da Avellino e che lei, napoletana d’origine, capirà certamente la mia visione della rete. Insinuandomi tra lei, Priest, il marito Chris Fowler, vengo invitato a pranzo con loro. Perfetto! In un colpo solo so cosa mangiare e soprattutto con chi. Si va in un locale piuttosto chic, dove ordiniamo. Io tento di tradurre i nomi delle specialità veneziane io uno slang simile all’americano, fortunatamente al nostro tavolo arrivano le interpreti, sante
donne che traducono simultaneamente quello che io dico e loro rispondono. Tra un affettato, uno gnocco, abbiamo il tempo di riaffermare la funzione della rete, di scambiarci le e-mail e di individuare in Dreams of a robot (Isaac Asimov) un motivo di argomento. Per loro è stata una lettura giovanile, Chris, che si incazza come una belva a sentirsi chiamare Mr. Priest, fa un gesto per dire: all’incirca avevo otto anni, ed era già superato. Pat Cadigan si inerpica sulle vie del suo cyberfemminismo. Rimandiamo a un altro luogo, a un altro tempo, proveremo a incontrarci sulla rete, via e-mail. A tuttora nessuna risposta.

Si torna in sala alle 15.30. Geoff Ryman parlerà di evoluzione, di rete, di sperimentazione, di controllo insieme a Franco Carlini (fisico, giornalista, scrittore, tra l’altro collaboratore di Mediamente) e Silvio Sosio. Carlini illuminerà tutti con la sua concezione di rete entrando anche in contrasto, intellettuale e ideologico, con Ryman sul concerto di controllo e di partecipazione in rete. Carlini è infatti affascinato dalla possibilità perduta della rete di essere realmente interattiva, la vede, come tutti un enorme veicolo commerciale, ancora potenzialmente fermo al suo intento primario: il world wide web che, nelle intenzioni dei pionieri avrebbe concesso una maggiore libertà espressiva, partecipativa, innanzitutto nell’interazione che non si dà però attraverso l’attuale concezione delle pagine web. Geoff Ryman ci ha parlato del suo 253 romanzo ipertestuale, su internet. In rete, sulla base dello schema della metropolitana di Londra 253 personaggi formano 253 capitoli di 253 parole ciascuno. È la storia di un viaggio su un
treno della metropolitana londinese narrata attraverso i passeggeri
dei sette vagoni (39 passeggeri per vagone, più il conducente), chi è curioso può cercarlo all’http:/ / www.rymannovel.com/. È molto concreto, lascia addirittura un foglio autografo per Ex libris: queste sono le sue parole, in aereo tornando verso Capodichino, mi interrogo sul significato: voluto, volente, nolente?

Virginiano Spiniello

Accenni bibliografici (aggiornati)

Robert Sheckley: (Brooklyn, New York, 1928 – Poughkeepsie, 2005), veterano della guerra di Corea, laureato in letteratura presso la New York University. Il suo primo romanzo Immortality, Inc., venne pubblicato negli anni cinquanta. È stato uno dei primi a scrivere di utopia sociale, genere che Asimov non considerò mai vera fantascienza.
Tra gli scritti tradotti in Italia ricordiamo:
Mai toccato da mani umane, Urania – Mondadori, 1955;
La decima vittima, Bompiani, 1965 (sceneggiatura dell’omonimo film di Elio Petri);
Il difficile ritorno del signor Carmody, Classici Urania – Mondadori, 1969;
Scambio mentale, Urania Mondadori 1995.

Romanzi

  • Anonima aldilà (Immortality Delivered, poi Immortality Inc., 1958)
  • Il difficile ritorno del signor Carmody (Dimension of Miracles, 1968), Urania, Mondadori
  • Gli orrori di Omega (The Status Civilization, 1960), Urania, Mondadori
  • I testimoni di Joenes o Il viaggio di Joenes (Journey Beyond Tomorrow, 1963), Urania 313, Mondadori, 1963
  • The 10th Victim, 1965 (trasposizione del film La decima vittima)
  • Scambio mentale (Mindswap, 1966; come romanzo breve su Galaxy, giugno 1965), Urania, Mondadori
  • Opzioni (Options, 1975; romanzo breve), Urania, Mondadori
  • Il matrimonio alchimistico di Alistair Crompton (The Alchemical Marriage of Alistair Crompton, 1978; anche Crompton Divided), Urania, Mondadori
  • Dramocles, dramma intergalattico (Dramocles: An Intergalactic Soap Opera, 1983), Urania, Mondadori
  • Pop Death, 1986
  • Vittime a premio (Victim Prime, 1987)
  • Stagione di caccia (Hunter / Victim, 1988), Urania, Mondadori
  • On The Planet of Bottled Brains (con Harry Harrison, 1990)
  • Minotaur Maze, 1990 (romanzo breve)
  • Watchbird, 1990 (romanzo breve)
  • Xolotl, 1991 (romanzo breve)
  • Alien Starswarm, 1991 (romanzo breve)
  • Serie Millennial Contest (con Roger Zelazny):
    • Voglio la testa del principe azzurro (Bring Me the Head of Prince Charming, 1991)
    • Se Mefistofele sbaglia Faust (If at Faust You Don’t Succeed, 1993)
    • A Farce to Be Reckoned With, 1995
  • Star Trek: Deep Space Nine: The Laertian Gamble, 1995
  • Alien – dentro l’alveare (Aliens: Alien Harvest, 1995)
  • Godshome, 1999
  • Babylon 5: A Call to Arms, 1999
  • Computer Grand-Guignol (The Grand-Guignol of the Surrealists), Urania, Mondadori, 2000 (pubblicato in italiano)
  • Dimension of Miracles Revisited (2000; autopubblicato in inglese; trad. in francese)

Christopher Priest: Cheadle, Manchester, 1943, terminati gli studi nel 1959 è stato contabile fino al 1969, oggi: scrittore. Il suo romanzo più famoso tradotto in italiano:
Mondo alla rovescia, Editrice Nord, 1990.

  • Indoctrinaire, 1970 (inedito in italiano)
  • Fugue for a darkening island, 1972 (inedito in italiano)
  • Il mondo alla rovescia o Mondo alla rovescia (Inverted World, 1974)
  • Real-time World, 1975 (inedito in italiano)
  • La macchina dello spazio (The space machine), 1976
  • A Dream of Wessex, 1979 (inedito in italiano)
  • An Infinite Summer, 1979 (inedito in italiano)
  • The Affirmation, 1981 (inedito in italiano)
  • L’incanto dell’ombra (The Glamour), 1984
  • Short Circuit, 1985 (inedito in italiano)
  • Mona Lisa, 1986 (inedito in italiano)
  • The Quiet Woman, 1990 (inedito in italiano)
  • The Prestige, 1995 (vincitore del James Tait Black Memorial Prize)
  • Esperienze estreme (The Extremes, 1998)
  • EXistenZ, 1999
  • The Separation, 2003 (inedito in italiano)
  • Ersatz Wines, 2008 (antologia dei primi racconti; inedito in italiano)

Pat Cadigan: nata a New York, cresciuta nel Massachussetts. È stata definita la regina del cyberpunk e ci ha confessato di avere una nonna napoletana, pare facesse Iannaccone di cognome.
Tradotti in italiano:
Mindplayers, Shake edizioni 1996;
Synners, Shake edizioni 1998.

Romanzi

  • Mindplayers, 1987, (edizione italiana: Shake, 1996)
  • Synners, 1991
  • Fools, 1992,
  • Tea from an Empty Cup, 1998
  • Dervish is Digital, 2001
  • Cellular, 2004, versione in romanzo del film Cellular
  • Jason X, 2004, versione in romanzo del film Jason X
  • Jason X: The Experiment, 2005

Raccolte di racconti

  • Patterns, 1989
  • Letters From Home, 1991
  • Dirty Work, 1993
  • Home By The Sea, 1993
  • Il club degli idoli, Future Fiction, 2016

Geoff Ryman: autore non solo del romanzo web 253, ma anche del cult Unconquered country. Mai tradotto in Italia ad eccezione de La magia di Cara, Urania – Mondadori 1992.

Romanzi

  • The Unconquered Country (1984)
  • La magia di Cara (The Warrior Who Carried Life, 1985), traduzione di Maurizio Carita, Milano, Mondadori, 1992
  • The Child Garden (1989)
  • Was… (1992)
  • 253, or Tube Theatre (1998)
  • Lust (2001)
  • Air: Or, Have not Have (2005)
  • The King’s Last Song (2006)

Raccolte

  • Unconquered countries: Four novellas (1994)
  • Paradise Tales (2011)

Racconti tradotti

  • Omnisexual (Omnisexual, 1990), traduzione di Nicoletta Vallorani, in Fantasex, IperFICTION, Interno Giallo/Mondadori, 1993.
  • Ovunque (Everywhere, 1999), traduzione di Roberto Marini, in Umani e transumani. Il meglio della fantascienza 2, Urania 1462, Arnoldo Mondadori Editore, 2003.
  • V.A.O. (racconto lungo, V.A.O.), traduzione di Nello Giugliano, ne Le città del domani, Collezione Immaginario. Solaria 15, Fanucci Editore, 2004.
  • Avere non avere (Have Not Have, 2001), traduzione di Piero Anselmi, ne Il meglio della SF / II., Millemondi 49, Arnoldo Mondadori Editore, 2009.
  • I giorni di nascita (Birthdays, 2003), traduzione di Fabio Feminò, in Venti galassie, Millemondi 44, Arnoldo Mondadori Editore, 2007.
  • Bloccato (Blocked, 2009), in Orizzonti infiniti, Urania 1626, Milano, Mondadori, 2016
  • Quelle ombre ridono, (Those shadows lough, 2014), traduttrice: Annarita Guarnieri, in Millemondi 80, 2018 Arnoldo Mondadori Editore)