Posso dirvi qualunque cosa. L’unica cosa a cui dovete credere è la verità
Dorothy Allison, Due o tre cose che so di sicuro.

Non pensavo si potesse essere ignoranti sulla propria identità.

Le bugie non salvano nessuno è un titolo che già racconta, che sottintende e fa capire lo svolgimento della storia. Il lettore ne è catturato perché vengono evidenziate le tragedie silenziose che si annidano nelle famiglie e in particolare il deserto affettivo che circonda la giovanissima protagonista Annina/Anna. La storia è ambientata nella periferia di Torino alla fine degli anni 80, inizio anni 90 e riflette bene l’ambiente popolare delle grandi città.

La vita della bambina si svolge con un andamento a ping pong, sempre a rimbalzo tra le persone con le quali vive o viene a contatto, in perenne ricerca di verità che stentano ad evidenziarsi.

Ha una età in cui non si ha alternativa se non fidarsi degli adulti.

Il romanzo non parla solo di un percorso di crescita, ma soprattutto di emozioni, in particolare quelle che non vengono condivise. Da qui il senso di solitudine che deriva dagli abbracci mancati, dalle parole non dette, da sentimenti contrastanti.

Attorno a lei ruotano le vite della madre, del fratello, del padre con le sue famiglie.

Tutti vivono di mancate verità. Il punto di rottura avviene con la scoperta di fotografie che rivelano in modo oggettivo quanto veniva taciuto da ciascuno, in particolare dal padre che impersona la menzogna.

“Ma perché non me lo avete detto?”

Il finale permette alla ragazza di raggiungere la consapevolezza della verità.

Il racconto è scorrevole, il ritmo cresce nell’addentrarsi delle emozioni, narrate in prima persona. La struttura del libro è suddivisa in quattro parti (vuoto – varco – fotografie – bugie), una sorta di mappa di lettura, e in 48 capitoli. Il lessico si rifà alla lingua parlata, talora con inflessioni dialettali che caratterizzano l’appartenenza sociale dei personaggi.

Gruppo di lettura “Lettori passione”