Laure Monloubou, l’autrice di Olivia e il grido della foresta, nata nel 1976 a Parigi, è vissuta per molto tempo sui monti dello Jura, dove ha scoperto la sua passione per il disegno, diplomata alla scuola d’arte, oggi è libraia a Lione e da molti anni coniuga la sua passione per i libri e per i disegni impegnandosi nel mondo dell’infanzia.

Olivia è una bimba di otto anni ed è un po’ diversa dagli altri e questa sua particolarità si rivelerà fondamentale per la risoluzione della situazione difficile in cui verrà a trovarsi con la sua famiglia.

Il grido della foresta che Olivia si troverà ad affrontare quasi da sola è un’energia nera, un’onda potente proveniente da un buco, una specie di tombino posto nella foresta, che renderà di ghiaccio pensieri e persone. Come si è creato questo buco? È possibile che un urlo possa essere così agghiacciante? Un urlo agghiacciante può letteralmente ghiacciare cose e persone? Lo scopriremo partendo dall’inizio e seguendo la piccola famiglia di Olivia, sempre in viaggio.

Partiamo dal trasloco, anzi dai traslochi molto numerosi che la famiglia: mamma, papà e gatto chiamato Monsieur, compiono periodicamente. La famiglia di Olivia è entusiasta, vivace, sempre in movimento, eccola in auto ad affrontare un ennesimo viaggio, ama spostarsi, cambiare, scoprire, e lo fa provando nuove case in luoghi speciali.
Anche la nuova abitazione è una delizia, piena di stanze, con tanto spazio, due piani e una bella torre. La cosa ancora più affascinante è la foresta accanto alla casetta, i genitori appena insediati nella nuova abitazione decidono di esplorarla ma improvvisamente spariranno, e Olivia rimasta ad aspettarli a casa inizierà a preoccuparsi.

Olivia dovrà capire come ricomporre la famiglia e lo farà esplorando lo spazio della nuova casa, qui scoprirà la presenza di una porticina misteriosa che nasconde un abitante del piccolo popolo, imprigionato e impaurito dal gatto di famiglia. Monsieur è un gatto buono ma non tutti i gatti di questa storia lo sono, da ciò la paura dello gnometto rinchiuso nella stanzetta. Che ci fa uno gnomo chiuso in una stanza?

Il racconto si snoda in maniera curiosa, si rivela disteso all’inizio e teso nel suo dipanarsi. All’inizio dipinge con leggerezza e semplicità i personaggi, che sorprendono per alcune caratteristiche speciali, Olivia lo è e capiamo che questa sua diversità sarà risolutiva per la salvezza della famiglia, poi si tende nella parte in cui Olivia resta sola e via via si dipana il mistero. La storia si srotola come un gomitolo, apre porte chiuse, cerca chiavi, scopre tombini neri, buchi misteriosi che forse hanno un significato simbolico, fanno parte di noi e che vanno affrontati.

Manuela Tamietti

Potrebbe piacerti anche:
Ramona la peste
I tre funerali del mio cane
Bambini perfetti