Vetro, onde radio, fogli di carta, voce, musica, suoni, cuffie, pareti insonorizzate, sala regia, orologio e microfono: stare chiusi in una stanza, al buio magari, con un microfono di fronte (unica via d’uscita per il mondo), non è paragonabile a niente. È, semplicemente, la RADIO.

Avevo un maestro alternativo a scuola, il maestro Lucio. Con lui siamo andati un giorno, a vedere gli studi “dell’Aradio a Venezia”.

Ci hanno fatti entrare in sala regia. Cera un tavolo esagonale di legno con un tappetino verde, dei posacenere, dei bicchieri di vetro e una bottiglia di acqua gasata. Dovevamo stare in silenzio perché dopo pochi secondi sarebbe partito un collegamento. Un uomo molto grosso era già pronto per parlare (gomiti sul tavolo e fogli scritti davanti agli occhi). In sala regia c’era un tecnico che sfogliava un quotidiano. A un certo punto si è sentita una voce:

”Allora, Luigino, come va?”

L’uomo molto grosso si è guardato alle spalle, ma prima ha fatto un salto sulla sedia, poi ha guardato il tecnico che continuava a leggere il giornale e, alla fine, ha parlato al microfono:

“Bene! Ma pensavo di vederti dietro le mie spalle! Mi hai messo paura.”

La voce ha sorriso e poi ha iniziato a dare indicazioni su come sarebbe stata impostata la registrazione del programma. Cera solo la voce, capite? Strano no? Eravamo venuti a vedere come funzionava la radio, a scoprire il trucco e l’inganno e ancora una volta ci trovavamo davanti a un mistero.

Quella scena la ricordo come se avessi finalmente visto un fantasma.

Ancora oggi non mi spiego bene che cosa succeda. Comunque, a scanso di equivoci e per capirci qualcosa di più, alla voce “Radiocomunicazione” e “Radiodiffusione”, l’enciclopedia delle scienza fisiche cita:

«Telecomunicazione che utilizza come mezzo di trasmissione radioonde, cioè onde elettromagnetiche di frequenza compresa tra qualche medesime; dall’altro lato, l’antenna ricevente e il radioricevitore, il cui compito è di ricevere le radioonde e ricavare da esse le informazioni impresse; queste ultime a seconda della loro natura, vengono trasferite alle radioonde “portanti” mediante il procedimento della manipolazione oppure della modulazione. La trasmissione di programmi radiofonici viene effettuata da apposite stazioni radiotrasmittenti, a irraggiamento circolare, cioè omnidirezionale nel piano orizzontale, oppure a irraggiamento direzionale,· la propagazione è essenzialmente per onde di terra, che si propagano con attenuazione relativamente piccola, per cui l’area di servizio primaria può risultare notevolmente estesa, abbracciando un’intera nazione o anche più nazioni; …»

«Con un espediente elettrico risveglio il mio cuore letargico smarrito in un sonno da pigro contorno una radiofrequenza ora oscilla per me.»
Subsonica

Resterà sempre un mistero, come facciano tutte queste onde a infilarsi nella mia radio, dopo aver corso per aria e per terra, e a trasformarsi in suoni e voci.

Un’ultima cosa, prima di farvi andare avanti con la lettura degli articoli sulla radio: se non arrivate alla fine, e non sapete che cosa fare, ora che arriva il caldo e i movimenti sono più lenti, appoggiate Ex Libris sul tavolo ed alzatevi: avete già acceso la radio?

Introduzione di Sara Beltrame

Articoli sulla RADIO:
Un sogno
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Cosa resterà degli anni Ottanta: Michele Monina