Per una lira è il titolo di una canzone di Lucio Battisti che comincia così: Per una lira io vendo tutti i sogni miei. E poi la voce a strisce di Battisti racconta la storia di qualcuno che a malincuore si distacca da una parte di sé. Ascoltandola, ho sempre pensato a chi scrive. In particolare agli esordienti. Chi, per la prima volta (e spesso per una lira) consegna il proprio destino al mondo. Nell’incertezza e nell’imprecisione, un esordio insegna a scrivere più di un capolavoro (anche quando le due cose coincidono: David Foster Wallace, La scopa del sistema, 1987). Per una lira è uno spazio dove leggendo le nuove voci della narrativa, italiana e straniera, metteremo in luce alcuni aspetti di un romanzo legati al gesto dello scrivere per la prima volta, ovvero alla scoperta della propria voce.

Alessandra Minervini, scrittrice, editor e writing coach. Il suo primo romanzo si intitola Overlove, LiberAria 2016. Il suo sito è alessandraminervini.info. Qui gli articoli pubblicati su exlibris20.


Carlo Carabba, Come un giovane uomo, Marsilio, 2018

Sono due le coincidenze da cui muove questa storia. Quella tra la caduta della neve su Roma, dopo più di vent’anni di attesa, e la scoperta che una giovane donna, Mascia, è in coma. E quella tra il funerale di Mascia, una decina di giorni più tardi, e la firma di un contratto di lavoro. Se la prima neve della vita del protagonista di questa storia, scesa sulla sua città quando era bambino, aveva portato con sé l’incanto, la seconda ha portato un incidente. Mascia, l’amica degli anni del liceo, è scivolata col motorino là dove la neve è caduta e si è sciolta. Questa seconda neve tanto desiderata, come se col bianco potessero tornare i giochi e le meraviglie dell’infanzia, invece di restituire il passato si porta via un pezzo di futuro. Perché Mascia muore per sbaglio, come pure si può morire, e non c’è altra spiegazione. Il protagonista parla con amici comuni, riceve e manda sms, inventa scuse, cerca ragioni ai propri pensieri e comportamenti, alle fughe e ai ritorni, e le trova, si colpevolizza, si assolve. Se Mascia, come tutti, muore sola, il protagonista di questo libro, come qualcuno, fa di tutto per restare, ancora un poco, solo con lei. Costruito come un labirinto che riproduce lo smarrimento di fronte al dolore, o come un videogioco che muove nello spazio ancora sconosciuto e pericoloso dell’età adulta, il romanzo segue i pensieri del protagonista, e di chi legge, intorno alla perdita di quelli che si amano e si ferma sul limite dell’amore umano che è quello, insopportabile, di non poterne impedire la morte. Con una lingua che analizza, immagina e riflette, che mescola Eta Beta alla Bibbia e The O.C. e Lost a Proust e Peter Schlemihl, Carlo Carabba medita sul caso e il destino, il lutto e la crescita, e racconta quando finisce la giovinezza, perché si diventa adulti, e come restiamo vivi, nonostante il dolore nostro, e soprattutto, nonostante il dolore degli altri.
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Lezione n. 2

Gestire la voce in prima persona

(parte seconda)

La maggior parte delle persone che conosco alle prese con la prima stesura del loro primo romanzo sono afflitte proprio da uno smarrirsi perpetuo dentro parole che pensavano di controllare, invece ne vengono invasi. A quel punto si vorrebbe mollare ed è proprio in quel momento che si trova la propria storia. Quando si sente di averla fallita. Diceva Samuel Beckett: “Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio.” Mettiamo che questo sia l’esergo di quello che state per leggere. Mettiamo anche che una delle prove più difficili per una persona al suo primo romanzo sia un naturale senso di “fallimento”, sentirsi falliti, incompleti, inutilmente ispirati. Mettendo in gioco tutto ciò, potete iniziare a leggere Come un giovane uomo, esordio del poeta Carlo Carabba, pubblicato qualche mese fa da Marsilio. Il romanzo racconta la storia di un uomo che scavalca la giovinezza e si rende conto di essere diventato un giovane adulto attraverso il dolore per una perdita grave, l’improvvisa morte della sua amica storica Mascia.

A differenza della voce narrante del romanzo della Rooney, che ho definito una prima persona collettiva, la prima persona con cui Carabba racconta questa storia si pone esattamente sull’asse opposto: quello di una voce molto personale, la definirei una questione privata.
Privato è lo sguardo, quasi di sottecchi; privata è la vicenda; privata è la morte e privato è l’amore; privatissima la sofferenza per la scomparsa dell’ultima idea di giovinezza.

“Nel corso degli anni, ormai cresciuto, avrei tentato più volte, passeggiando o correndo, di risalire a quel tempo smarrito.”

Privato è il lungo corridoio di citazioni che attraversano la storia (Goethe, De Gregori, Eta Beta, Battle Royale, Hunger Games). Privato è il lavoro che l’autore ha fatto su stesso e che compie sul lettore rendendo pubblico uno dei più grandi mali dello scrivere, il senso di fallimento.

“In cui il domani non era altro che un concetto vago e poco interessante cui non mi davo la briga di pensare e che non era davvero in mio potere influenzare, come se non dipendesse da me, sollevato da ogni responsabilità, il mio insuccesso o la mia fortuna”.

Mentre leggevo Come un giovane uomo su una spiaggia salentina, potrei dire una spiaggia privata, per quante vite che sono la mia dimorano tra gli scogli e in fondo all’acqua, man mano mi avvicinavo alla fine, mancava davvero poco, qualche pagina, ho lasciato il libro sull’asciugamano e mi sono tuffata. Mi sentivo stonata dalle parole, alle quali facevo fatica a credere fino in fondo. Riemersa, in acqua, accanto a me due persone parlavano di sinistri stradali (quando leggerete il libro capirete meglio cosa voglio dire) a cui erano scampati di recente. Sono tornata subito a riva, ho preso il romanzo e l’ho finito. Dopodiché ho capito che certe voci si impongono e tu ci devi stare. Non c’è scelta, privata o collettiva che sia.

Piccola bibliografia per chi vuole scrivere
La voce


David Foster Wallace, La scopa del sistema, FANDANGO LIBRI, 1999
Ali Smith, La prima persona, Feltrinelli, 2010
Zadie Smith, Denti Bianchi, Mondadori, 2010
Sally Rooney, Parlarne tra amici, Einaudi, 2018
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